La Nuova Sardegna

Olbia

Alluvione, cambia un giudice ma il processo è salvo

di Giampiero Cocco
Un'immagine emblematica dell'alluvione del 2013 a Olbia
Un'immagine emblematica dell'alluvione del 2013 a Olbia

Evitato il rischio di invalidare gli atti. Si riparte il 18 novembre, giorno del terzo anniversario della tragica alluvione

15 novembre 2016
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TEMPIO. Il processo per l’alluvione del 2013 prosegue, con un nuovo giudice a latere. Lo hanno deciso ieri, in perfetta sintonia e accordo, tutte le parti processuali – gli avvocati difensori, i patrocinanti di parte civile, i legali rappresentanti di enti e istituzioni, il pubblico ministero – che hanno accolto la richiesta avanzata dal presidente del tribunale Gemma Cucca per la sostituzione del giudice Daniela Di Carlo, che lascia l’incarico per altri ruoli della magistratura. Gli atti sinora compiuti, ovvero le deposizioni di oltre un centinaio di testi tra investigatori e parti lese, sono stati acquisiti e ritenuti validi processualmente, consentendo la prosecuzione del processo che è stato aggiornato, per la sostituzione del magistrato in udienza, al prossimo venerdì 18 novembre, che casualmente cade in occasione del terzo anniversario del luttuoso passaggio, sulla Gallura, del ciclone Cleopatra il cui violentissimo tornado lasciò dietro di se lutti e distruzione, una ferita non ancora rimarginata nel tessuto umano e socio economico del nord Sardegna.

«Diamo atto a tutte le parti in causa di grande senso di responsabilità e alto profilo giuridico – ha detto ieri il cassazionista Mario Perticarà, che assiste i familiari di diverse vittime dell’alluvione che colpì Olbia – una dimostrazione di umanità che consente di evitare ulteriore dolore ai familiari delle vittime, ben sapendo che si sta discutendo di accadimenti che hanno scosso l’animo di tutti, cittadini e amministratori».

Il potenziale rischio era, infatti, che vi fosse opposizione all’acquisizione al fascicolo processuale degli atti sinora compiuti, vanificando così otto mesi di istruttoria dibattimentale nel corso della quale hanno avuto modo di parlare gli investigatori che si occuparono dell’inchiesta e il racconto di sopravvissuti e testimoni oculari di quanto è accaduto in quelle terrificanti ore di alluvione che sconvolse il centro storico di Olbia e le campagne circostanti. Un fiume d’acqua e fango che si portò via nove vite umane, tra le quali quelle di due bimbi, Enrico Mazzoccu di 3 anni (morto tra le braccia del padre Francesco, anche lui deceduto), e Morgana Giagoni, di appena due anni, volata in cielo con la madre Patrizia Corona, di 42 anni, dopo essere cadute in un canale senza protezione di via Cina, al centro di Olbia, dov’era stata trascinata dalla furia delle acque la loro auto. Ieri, in aula era presente il padre della bimba, Enzo Giagoni, un poliziotto che, quella tragica giornata, perse di colpo moglie e figlioletta. Il poliziotto doveva rievocare quei drammatici momenti, ma la sua deposizione è stata rinviato a venerdì prossimo.

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