La Nuova Sardegna

Olbia

CALANGIANUS

Misteri e leggende di Padre Bonaventura

Misteri e leggende di Padre Bonaventura

La vita del frate che fece realizzare la parrocchiale è stata raccontata in un convegno

27 novembre 2016
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CALANGIANUS. Auditorium affollato per il convegno su Padre Bonaventura, al secolo Giacomo Corda, (1826-1916) promosso dalla parrocchia per il centenario della morte. Un frate cappuccino che aveva restaurato, con ampia donazione di fondi, la chiesa parrocchiale nel 1900, ma che ha lasciato dietro di sè misteri e leggende. Monsignor Tonino Cabizzosu, docente di storia della chiesa contemporanea nella Pontificia facoltà teologica della Sardegna, da moderatore ha subito precisato: «E’ un incontro per storicizzare la figura di Padre Bonavenura ma partendo dalle notizie attinte da documenti di archivio». Anche il vescovo Sanguinetti si è augurato che si potesse soddisfare la curiosità sul frate cappuccino, ordinato sacerdote anzitempo per dispensa pontificia e di cui ha sentito parlare per le doti di cultura e di carità. «E un personaggio storico - ha detto il sindaco Loddo -, un tassello del grande puzzle sulla storia di Calangianus che in quegli anni registrò i primi passi dell’economia sugheriera». «Questo incontro era doveroso - ha aggiunto il parroco don Deriu -. Stupisce l’azione caritatevole di padre Bonaventura verso gli orfani abbandonati, il dar lavoro agli operai, il sostegno a famiglie bisognose e indigenti».

Padre Fabrizio Congiu, della Pontificia facoltà teologica della Sardegna e storico cappuccino, ha precisato che le sue notizie sono tratte dagli archivi della provincia sarda cappuccina, metà del 1800, messa in crisi dalle leggi eversive dello Stato, con chiusura dei conventi, frati espulsi, i beni confiscati. Ha diviso la vita del frate in quattro periodi (1831-1848; 1849-1871 ;1877-1890; 1891-1916) e ha ripercorso le tappe della sua vocazione, gli studi e gli incarichi nell’ordine, l’intensa predicazione, l’azione come commissario e provinciale (1877-1878); la sua difesa nel 1883, perché un sacerdote lo accusava di essere venuto meno al voto di povertà. Fu difeso dai vescovi di Alessandria, Pinerolo e Ivrea, dove aveva predicato. E poi le polemiche per essere diventato consigliere comunale di Villanova Monteleone ove risiedette per 20 anni. Nel dibattito Marcello Giagheddu, medico (la madre era figlia della nipote del frate), ha ricordato di aver appreso in famiglia che dall’ Inghilterra gli arrivassero soldi. Una novità assoluta invece la sua proposta di riesumare il cadavere per esaminare il Dna. (p.z.)

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