La Nuova Sardegna

Olbia

Saldi in versione soft, la sfida è col web

Saldi in versione soft, la sfida è col web

Pochi clienti nei negozi e gli operatori ammettono la forza delle vendite online. «Ma il centro va difeso e le attività tutelate»

10 gennaio 2017
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OLBIA. Niente ressa, per i saldi ufficiali. Quelli che, anche a Olbia, sono cominciati il 5 gennaio scorso. Negozi quasi vuoti e, soprattutto, pochi clienti in giro anche davanti alle vetrine. Il centro ha perso il suo fascino? Chissà. Ma chi lavora nel cuore della città continua a credere molto nel suo rilancio e nella sua riscoperta da parte degli olbiesi. Che, ormai da anni, hanno spostato la “passeggiata” nei centri commerciali. Ma non sono i grandi magazzini il nemico numero uno dei titolari delle boutique di lusso o dei piccoli negozi. Il vero problema è il web (qui si trovano sconti e promozioni tutto l’anno) che consente gli acquisti davanti a un pc per ricevere poi a casa, comodamente, tutto ciò che è stato ordinato.

Che fare, allora? I saldi in questo periodo passano quasi in secondo piano, perché i commercianti, ai loro affezionati clienti, garantiscono comunque trattamenti di favore costanti.

Secondo Antonella Meloni (abbigliamento), che ribadisce «la spietata concorrenza dei negozi online, il problema in generale è «quello di una povertà diffusa. Ci sono pochi soldi e, di conseguenza, si spende meno. La gente non aspetta più i saldi come una volta, chiede sconti in ogni momento dell’anno e noi dobbiamo cercare di andare incontro alle esigenze del cliente».

D’accordo Gianfranco Sottile (outlet di grandi marchi di abbigliamento e accessori che vende anche online) il quale conferma «la necessità di andare sempre incontro alla clientela. Per un commerciante, i saldi funzionano se si lavora bene nella restante parte dell’anno - aggiunge Sottile -, ma non sempre è così per tutti». «Sì, i tempi sono duri - ammette Annalisa Usai (abbigliamento per bambini) - ma è difficile fare grandi affari per noi perché ci sono commercianti che fanno troppi sconti tutto l’anno. E questo penalizza chi invece segue le regole».

«Non c’è più l’assalto al saldo, almeno nei primi giorni - dice Cristina Ambrosio (abbigliamento) - e si aspetta l’ultimo minuto per trovare l’occasione d’oro. Le grosse strutture, come i centri commerciali, seguono l’andamento dell’online e fanno promozioni costanti. Le boutique, il cui lavoro è prevalentemente stagionale, faticano di più. Il cuore della città dovrebbe diventare un “centro commerciale storico” e va assolutamente tutelato. Bisogna difendere i valori umani, la professionalità e la cortesia: tutti “ingredienti” che l’online non garantisce».

Sull’importanza del contatto continuo e costante con il cliente, mette l’accento Marianna Soro (abbigliamento): «Noi trattiamo sempre bene i nostri clienti, ma i saldi si dovrebbero rispettare come prevede la legge. E invece molti negozianti partono con i saldi prima del tempo, danneggiando chi fa le cose per bene. E allora: ci sono i clienti che non comprano online ma che preferiscono fare acquisti nei negozi. Pensiamo allora a proteggere le boutique di nicchia che sono una parte fondamentale del centro della città».

La pensa così anche Elisabetta Piazza (abbigliamento): «I saldi si dovrebbero fare solo nei tempi stabiliti, proprio per salvaguardare i piccoli negozi. Sì, siamo consapevoli della forza del web ma bisogna continuare a credere nel centro e a fare tutto il possibile per riportare i cittadini qui anche d’inverno. Sono contenta, personalmente, della Ztl: ci sono stati miglioramenti e bisogna abituarsi alla zona pedonale esattamente come accade in tutte le città».

«Il problema è che la gente al centro non viene più a passeggiare - dicono Roberta e Michela Conte (calzature)-. Noi facciamo tutto il possibile per offrire un servizio valido e costante e apriamo anche sette giorni su sette. Dal suo canto, l’amministrazione comunale ha migliorato il cuore della città. Sono stati organizzati diversi eventi e persino le luminarie sono state installate in anticipo. Ma il movimento di persone è scarso. Noi siamo nate al centro, amiamo il centro, crediamo in questa preziosa risorsa e vorremmo che tutti gli olbiesi la pensassero in questo modo e che si riavvicinassero al cuore della città. Qui ci sono i bar, i negozi, non manca nulla. Ma non si può sperare di vedere la gente in occasione dei saldi invernali. Perché si resterebbe delusi». (s.p.)

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