La Nuova Sardegna

Olbia

Campus nell’ostello, serve il piano idraulico

di Serena Lullia
Campus nell’ostello, serve il piano idraulico

Careddu, Pd: «L’edificio è costruito su una palude. Servono le opere di mitigazione del rischio»

11 gennaio 2017
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OLBIA. Il destino dell’ex ostello in versione campus universitario è legato al piano anti-alluvione. Ne è certo il capogruppo di opposizione, Carlo Careddu, che da assessore all’Urbanistica si è occupato dell’edificio di Colcò. La struttura completata nel 1997, costo 4 miliardi di lire,non è mai entrata in funzione. L’immobile è costruito sopra una sorta di invaso naturale che con le piogge diventa una palude. In passato il Comune ha tentato di regalarlo un po’ a tutti. All’università, poi alla Geasar e al Qatar. Con un sistema di copia e incolla è sempre stato inserito nel piano delle alienazioni. Fino a quest’anno. Il sindaco Settimo Nizzi ha una idea diversa per l’ex ostello, negli ultimi anni diventato rifugio per disperati. Vuole trasformarlo in campus, un tassello dell’università diffusa che prenderà corpo con il trasloco del Corso di economia del turismo nel palazzo dell’ex Oviesse, in Corso Umberto. Una idea che la minoranza non boccia a priori. «Per trasformare l’ex ostello in campus prima di tutto bisogna ampliare il concetto di università – spiega il capogruppo Careddu –. Oggi il corso di Economia del turismo è frequentato per lo più da studenti che risiedono nei comuni vicini. Il numero di ragazzi che si sono trasferiti a Olbia prendendo casa per studiare è molto basso. L’idea di un campus funziona nel momento in cui si amplia l’offerta, si crea cioè un polo formativo che va anche oltre l’università di Sassari». Secondo l’analisi di Careddu potrebbe essere anti-economico per il Comune creare un campus con un solo corso di laurea. L’altro ostacolo al sogno del sindaco Nizzi è invece di natura più tecnica. «L’area in cui l’ex ostello è stato costruito con le piogge diventa una palude – ricorda Careddu –. Nelle vecchie carte della città, non a caso, quell’area viene indicata come palude. Quando venne realizzato quell’edificio ovviamente non c’era la sensibilità che c’è oggi verso il rischio idrogeologico. Oggi però, dopo quello che questa città ha vissuto per ben due volte non si può fare finta di nulla. Per poter utilizzare quella struttura come campus universitario occorre realizzare le opere di mitigazione del rischio idraulico. Occorreranno inoltre delle risorse per mettere in sicurezza l’edificio che poggia su una palude».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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