La Nuova Sardegna

Olbia

Città senza acqua potabile l’incubo dura da un anno

di Angelo Mavuli
Città senza acqua potabile l’incubo dura da un anno

Risale al 25 gennaio del 2016 l’ordinanza del sindaco ancora oggi in vigore Valori sempre fuori dai parametri, per la popolazione un disagio senza fine

26 gennaio 2017
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TEMPIO. Nota come “Città di Pietra” ma, beffardamente, anche come “Città dell’acqua”, Tempio da un anno vive senza acqua potabile. A stabilirlo l’anno scorso, poco dopo le 13,36, del 25 gennaio, fu un’ordinanza del sindaco, la n. 3, che dopo una serie di premesse varie, “vietava l’utilizzo dell’acqua della rete idrica cittadina per usi potabili, L’acqua emessa in rete, recitava l’ordinaza, superava i valori dei parametri di legge per la presenza eccessiva di alluminio, manganese e ferro.Consentito invece il suo uso per il lavaggio di verdure e frutta e per l’igiene della persona e della casa.

Disservizi e parole. Era l’inizio di un disservizio incredibile destinato a prolungarsi nel tempo. Fra polemiche, lunghi e inutili dibatti, assunzioni di impegni da parte di Abbanoa, pesanti accuse d‘incapacità alla giunta da parte della minoranza consiliare, ieri si è giunti al 365 esimo giorno di divieto.

Città inascoltata. «Sono stufo -, dice il sindaco -, di essere additato come colpevole di una situazione nella quale l’amministratore comunale così come il semplice cittadino sono l’ultima ruota di un perverso e articolato ingranaggio che potrà essere modificato solo con l’assunzione di una nuova legge che cancelli l’ambito unico e crei in Sardegna le possibilità per una nuova gestione delle acque a misura d’uomo».

Vigilanza. «Per il momento - prosgeue il sindaco - posso solo vigilare perché Abbanoa porti a termine i diversi interventi attivati su mia precisa richiesta. Bonifica della rete cittadina con la sostituzione di tratti ormai obsoleti, la messa in funzione di tratti nuovi di condotta, realizzati da anni e vergognosamente mai utilizzati, la bonifica e la messa in produzione di tutte le sorgenti del Limbara e infine il rispetto dei tempi sull’aggiudicazione dei lavori, già finanziati dalla Regione, per collegare la diga di Pagghjolu al deposito della Pischinaccia. Lavori questi che ci affrancheranno per sempre dall’acqua del Lerno».

Essere cittadini. Sulla vicenda, ieri, con un comunicatom è intervenuto anche il Comitato civico essere cittadini che dopo diverse considerazioni di ordine pratico, come ad esempio il peso sul bilancio familiare, (con l’acquisto di acqua presso i supermercati che, con il perdurare di tale situazione, nel frattempo fanno affari d’oro), lamenta anche il fatto «che tutto avvenga nella pressoché totale indifferenza dell’amministrazione, che inutilmente temporeggia e nella colpevole inerzia di gran parte della popolazione che, probabilmente rassegnata a questo stato di cose, si limita a pretendere da Abbanoa solo bollette rivedute e corrette, come se il diritto ad avere acqua potabile fosse ormai un miraggio e non una condizione imprescindibile del vivere civile. Responsabile di tutto ciò comunque, resta Abbanoa che non ha saputo dare la dovuta priorità alla questione».

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