La Nuova Sardegna

Olbia

Riciclaggio e traffico di droga oggi i 5 arrestati davanti al gip

Riciclaggio e traffico di droga oggi i 5 arrestati davanti al gip

Prosegue l’inchiesta per accertare la provenienza del danaro macchiato dall’inchiostro antirapina Nel mirino degli inquirenti le bande di rapinatori che assaltano i furgoni portavalori e i bancomat

16 febbraio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Gli interrogatori di garanzia dei cinque arrestati nell’ambito dell’operazione “Corrasi” sono previsti per questa mattina, al palazzo di giustizia di Tempio. Jonata e Paolo Boi, i due presunti capobanda originari di Oliena ma da tempo residenti a Olbia, assistiti dagli avvocati Angelo Merlini ed Emilia Fois dovrebbero comparire per primi davanti al gip del tribunale di Tempio Elisabetta Carta, lo stesso magistrato che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare che ha portati in carcere, con i fratelli Boi, l’operaio olianese Luigi Serra, 36 anni, e agli arresti domiciliari il cuoco Giuseppe Sitzia, originario di orgosolo ma residente a Olbia, e il cognato dei fratelli Boi, l’olbiese Antonio Selis, di 35 anni.

L’inchiesta portata avanti dalla procura della Repubblica e condotta dai militari del nucleo investigativo di Olbia guidato dal maggiore Saverio Aucello hanno messo in luce una nuova forma (ormai bruciata) di riciclaggio di danaro sporco, quello macchiato dall’inchiostro antirapina inserito, per motivi di sicurezza, nei bancomat e nelle valigie di trasporto valori degli istituti di vigilanza. Non c’è infatti alcun dubbio che le banconote da 100 e da 50 euro messe sotto sequestro dagli investigatori appartengano ai lotti di danaro trafugati durante uno degli assalti ai furgoni portavalori o ad una delle devastanti esplosioni utilizzate dalle bande criminali per avere ragione delle cassaforti dei bancomat. L’indagine portata avanti dal capo della procura gallurese Domenico Fiordalisi – che ha accusato i fratelli Boi, Giuseppe Sitzia e Antonio Selis di riciclaggio di danaro sporco, mentre per Luigi Serra l’accusa che lo ha portato in carcere parla di concorso con gli altri indagati per la coltivazione e lo spaccio di sostanze stupefacenti –, non è conclusa. Gli investigatori stanno lavorando sulle banconote per risalire alla loro provenienza e ai “contabili” delle bande di rapinatori che le hanno messe in circolazione, per una operazione di ripulitura che, stando alle prime indiscrezioni, andava avanti da oltre un anno. I cinque arrestati, tutti indagati in altre indagini per reati vari, che vanno dalla rapina alla detenzione di armi con matricola limata, avrebbero fatto capo a Paolo Boi, un imprenditore che nella sua vita ha svolto diverse attività, dalla gestione di night club a quella di barista, per finire con l’apertura, nella zona alta di Olbia, nel quartiere di Sa Minda Noa, di un circolo privato le cui frequentazioni avrebbero messo in allerta le forze dell’ordine, che hanno monitorato il locale e tenuto sotto intercettazione telefonica ed ambientale il titolare. Nelle prossime ore quattro degli indagati dovrebbero dare più di una spiegazione al magistrato in relazione al possesso e alla spendita di danaro proveniente da attività delittuosa, mentre il quinto dovrà rispondere sull’investimento del danaro pulito nel traffico di droga. (red.ol.)

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative