La Nuova Sardegna

Olbia

dietro le quinte

I malumori già dopo l’estate poi il caos sul deposito Ciclat

LA MADDALENA. Come un fiume sotterraneo i malumori in maggioranza hanno eroso rapporti, indebolito poltrone, scavato distanze. Una crisi interna latente, ufficiosa iniziata alla fine dell’estate. I...

22 marzo 2017
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LA MADDALENA. Come un fiume sotterraneo i malumori in maggioranza hanno eroso rapporti, indebolito poltrone, scavato distanze. Una crisi interna latente, ufficiosa iniziata alla fine dell’estate. I protagonisti sono noti: da un lato l’ex vice sindaco Fabio Lai. Dall’altro il resto della maggioranza. Al centro le discussioni sui pochi risultati raggiunti, lo scontro tra una visione dell’azione amministrativa da rullo compressore e una più lenta, nel rigido rispetto delle regole. Ma anche il deposito dei furgoni dei rifiuti.

Nel mese di dicembre l’amministrazione individua in un terreno privato, in via Aldo Moro, la destinazione del deposito dei furgoni della Ciclat. Il contratto impone all’azienda di avere un deposito sicuro dei mezzi di lavoro. Il quartiere, un mix di case e attività commerciali, apprende la scelta del Comune quando ormai la destinazione del deposito è stata decisa e il contratto tra Ciclat e privato firmato. Lai, che nella zona di via Aldo Moro è di casa, non condivide la scelta di cui sostiene che nessuno in maggioranza gli abbia mai parlato. Prova a chiedere il trasferimento fuori dal centro urbano dei furgoni dei rifiuti. Ma non c’è nessun arretramento di posizione. Alla fine del mese in Comune viene protocollata una lettera di protesta dei residenti e proprietari dei negozi. Sostengono che il deposito sia un danno per le attività commerciali e un disturbo alla quiete. In quel momento Lai ha i pieni poteri da sindaco. Il primo cittadino Montella, prima di partire in vacanza, gli ha consegnato le chiavi del Comune. Lai accoglie le proteste e firma una ordinanza che vieta i depositi dei mezzi di lavoro delle aziende non in via Aldo Moro, ma in tutto il centro urbano. Decisione che prende in solitaria. Al rientro di Montella in maggioranza sono già con gli elmetti. Il sindaco protocolla una lettera in cui comunica al dirigente di non poter assumere posizione sulla vicenda. In passato, in veste di avvocato, aveva avuto rapporti con il privato. Per una questione morale che reale, comunica la sua impossibilità a intervenire. Nel frattempo è il caos. La Ciclat impugna l’ordinanza di Lai, lo fa anche il privato. Il caso del deposito apre il vaso dei veleni cresciuti in maggioranza. L’ordinanza, illegittima, viene ritirata ai primi di marzo. Intanto prosegue lo scontro di vedute su tempi e modi dell’azione amministrativa. Lai chiede più dinamismo sull’ospedale e in generale nell’approccio amministrativo. Il resto della maggioranza ribadisce l’esigenza del rispetto delle regole sempre, anche a costo di tempi lunghi. Il mal di pancia diventa un colica. Ieri la medicina del rimpasto. (se.lu.)

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