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Lucio Pirodda e il suo viaggio stravagante

Lucio Pirodda e il suo viaggio stravagante

D’AGULTU. È tra gli scrittori galluresi uno di quelli che attinge con più slancio alla fantasia e all’inventiva. Lo è stato nei lavori precedenti e continua ad esserlo anche nell’ultimo romanzo dato...

19 aprile 2017
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D’AGULTU. È tra gli scrittori galluresi uno di quelli che attinge con più slancio alla fantasia e all’inventiva. Lo è stato nei lavori precedenti e continua ad esserlo anche nell’ultimo romanzo dato alle stampe in questi giorni da un editore della Penisola. Il romanzo, presentato come un allegorico e stravagante viaggio che si snoda tra episodi carichi di flash satirici, s’intitola “Satireggiata Ghiribizzarra” e viene dato alle stampe dall’editore Fusta di Cuneo. Una casa editrice piemontese, dunque, per un autore che ha sempre raccontato, con l’originalità che lo contraddistingue, la terra in cui è nato e vive, in questo caso la Gallura degli stazzi, che, avendo Trinità d’Agultu come suo fulcro per l’osservazione, raccoglie in una sorta di punto ideale l’interno e la costa. Autore di articoli pubblicati su varie riviste e di romanzi scritti con una metodologia vicina allo stile del saggio, Pirodda si è sempre occupato di temi riguardanti la tradizione e la storia sarda. In questa direzione sono andati alcuni dei suoi lavori più recenti come “Chirriolittana Verestrosa”, “Catrabulia Chimervera” e “Romansaga”.

Ancora più ambizioso, sotto l’aspetto della trama, appare “Satireggiata Ghiribizzarra” che, sfidando il lettore, lo invita a trovare da sé una strada, che sia anche una ragione, per procedere alla scoperta del mondo di Fantaveriana. Tra le duecento pagine del testo di Lucio Pirodda prendono corpo sotto la classica forma della prosopopea figure che vanno oltre le frequentazioni del quotidiano. Compaiono anche personaggi insoliti come la Gattoparda e una taciturna Zara Tustra, compresi scenari e motivi che appartengono alle grandi epopee della storia e della letteratura universali. La storia del grande albero piantato da un fantomatico Demiurgatore, ad esempio, che può indicare la via o il punto di separazione tra il bene e il male, leitmotiv di una moltitudine di storie che, scivolando in un tempo senza ere, possono avere, nella loro originalità, anche qualcosa di affine e comune. (g.pu.)

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