La Nuova Sardegna

Olbia

Giovannelli si difende al processo per l'alluvione del 2013

di Giampiero Cocco
La deposizione di Gianni Giovannelli
La deposizione di Gianni Giovannelli

L'ex sindaco di Olbia: "Quel terribile giorno siamo stati lasciati soli dalla Regione e dalla Provincia"

09 maggio 2017
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TEMPIO. Gianni Giovannelli, ex sindaco di Olbia, non ci sta a portare sulle spalle la croce di responsabile del disastro e dei lutti provocati dal passaggio del Ciclone Cleopatra.

«Quel giorno i sindaci dell’isola furono lasciati soli, e io sento d’essere stato tra questi – ha detto l’ex primo cittadino ai magistrati che lo stanno processando per omicidio colposo plurimo e mancato avviso alla popolazione –. Io, unitamente ai dirigenti comunali, fummo costretti a far fronte ad eventi solo sulla base delle nostre conoscenze, a partire dall’allerta meteo che venne diramato il 17 novembre, del tutto insufficiente a fare comprendere la reale entità del rischio che correva la mia popolazione. Quel 18 novembre non pervenne alcuna notizia dai soggetti istituzionali dei livelli regionali e provinciali che avrebbero dovuto, per competenza seguire l’evoluzione negativa dell’evento».

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Uno sfogo accorato e amaro, quello di Gianni Giovannelli, il quale ha spiegato, in due ore di spontanee dichiarazioni fornite al collegio giudicante, come sia ancora scosso e addolorato per la perdita di vite umane, di concittadini, «ma, stando a ciò che è emerso in questo dibattimento, a quanto ho esposto, alla mia coscienza, nonché nel rispetto della memoria di Anna, Patrizia, Morgana, Maria, Francesco ed Enrico, (i nomi dei sei morti di Olbia, n.d.r.), ritengo di non avere nessuna colpa di quanto è accaduto».

Gianni Giovannelli ha spiegato come la tragedia di Olbia sia stata lo spartiacque per i sistemi di protezione civile regionali, ricordando che «uno dei primi punti da chiarire e che, prima dell’alluvione del 2013, Olbia non solo era uno dei pochi Comuni che si era dotato di di un servizio di protezione civile, ma era tra i pochi Comuni sardi ad averlo pianificato. L’adozione del Pec, il piano di emergenza comunale, una macrostruttura al cui vertice era posto l’allora comandante della Polizia locale Gianni Serra, venne da me deliberata nel dicembre 2012. Una struttura operativa che era stata attivata sin dal giorno 16 novembre 2013, per le avverse condizioni meteorologiche che imperversavano sulla città e sul territorio comunale. Un piano che era da perfezionare, predisposto principalmente per fronteggiare il pericolo degli incendi, che avevano già mietuto vittime in passato e che, con l’installazione della linea del gas di città, diveniva una priorità assoluta. Al contrario – ha precisato l’ex sindaco, mai in città vi erano stati morti per l’acqua e nemmeno pericoli per l’incolumità pubblica».

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Poi Gianni Giovannelli è entrato nel vivo della questione, sottolineando che «nonostante l’eccezionalità di quanto verificatosi nella tragica serata del 18 novembre 2013, l’avviso alla popolazione a rischio nelle “zone rosse” venne dato. E in tali zone non si verificò alcun decesso! Se questo è un dato certo – ha detto con pacata fermezza l’ex sindaco –, ritengo che volermi attribuire la responsabilità delle morti verificatesi quella sera per la mancanza di un atto formale di costituzione del Coc (il centro operativo comunale) è, prima che ingiusto, scorretto. Non io, ma le risultanze processuali hanno dimostrato – ha voluto precisare Gianni Giovannelli – come la Protezione civile del Comune di Olbia con la sua centrale operativa attivata al gran completo, era già in campo dal 16 novembre con uomini, mezzi e presìdi, tutto ciò in assenza di alcun bollettino o avviso di allerta. Io, dal giorno 16 e sino alla fine dell’emergenza, decretata mesi dopo l’alluvione, sono rimasto in collegamento costante con il dirigente Gianni Serra e il maggiore Giuseppe Budroni per sopperire alle carenze di altri enti, Regione e Provincia. In nessuna scuola, quel fatidico 18 novembre 2103, si sono corsi rischi per insegnanti, bimbi, scolari o studenti. Abbiamo operato con le nostre sole forze – ha detto ancora –, mettendo in campo la nostra protezione civile comunale e i nostri volontari, senza l’aiuto di nessuno».

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