La Nuova Sardegna

Olbia

Emergenza in ospedale: organico sempre carente

L'ospedale Giovanni Paolo II
L'ospedale Giovanni Paolo II

Nuova denuncia dei sindacati: «Inaccettabili i provvedimenti tampone della Assl si stabilizzi il personale e si attinga dalle graduatorie a tempo indeterminato»

24 ottobre 2017
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OLBIA. «Di fronte a una riforma sanitaria stravolta, che salva ospedali e importanti servizi, l’esigenza di avere più personale cresce ulteriormente. Soprattutto in Gallura, dove gli organici sottodimensionati stanno creando problemi gravissimi. E’ un allarme senza sosta, insomma, che si vive in modo particolare al Giovanni Paolo II di Olbia: qui prestazioni per esterni e visite ambulatoriali, sono stati in molti casi sospesi sempre per l’organico ridotto all’osso».

La Fsi-Usae, rappresentata a livello locale da Vito Langiu, non molla la presa e continua la sua battaglia. Sollecitando l’Ats-Assl a prendere provvedimenti in breve tempo «che non siano però provvedimenti tampone, come le assunzioni per via interinale fatte per soli venti giorni. E’ accaduto con gli infermieri in Medicina, ed è inaccettabile. Noi chiediamo di stabilizzare il personale che ha lavorato per 36 mesi e di attuare un vero sblocco del turn over andando ad attingere dalle graduatorie a tempo indeterminato».

La Fs Usae ricorda le emergenze che si vivono al Giovanni Paolo II, in tutti i reparti. «L’abnegazione, l’impegno e la professionalità di tutti gli operatori sono costanti ma, e lo ribadiamo ancora una volta, non si può andare avanti in questo modo. In Medicina mancano infermieri e Oss, si fanno i turni giornalmente e il personale lavora nella completa disperazione; al pronto soccorso, dove sono insufficienti anche i medici, si è vissuta un’estate infernale, con gli operatori costretti a fare i miracoli per cercare di ridurre le attese e far fronte a tutte le richieste; in Ortopedia, di recente, è stata annunciata la diminuzione obbligata delle sedute operatorie sempre perché i medici non bastano; in Radiologia sono ancora bloccate le prenotazioni di alcuni esami. E poi la cardiologia: l’emodinamica non può ancora essere garantita 24 ore su 24 e il servizio ambulatoriale, sospeso da qualche tempo, verrà riaperto a fine mese (secondo le assicurazioni della Ats-Assl) con l’assunzione di tre medici. Ma a tempo determinato. E poi c’è il servizio vaccinazioni (operativo nelvecchio ospedale): anche qui personale è scarso, nonostante debba essere garantito un servizio per tutto il territorio della Assl. Caos e disagi, per lo stesso motivo, pure al laboratorio analisi. E l’elenco potrebbe continuare». Il sindacato suggerisce di prendere come esempio la Regione Lazio «nella quale si sta già provvedendo alla stabilizzazione degli organici. E’ dallo scorso marzo che sollecitiamo risposte e ad agosto l’assessore Arru diceva che si stava provvedendo a risolvere i problemi da noi denunciati per la carenza di medici, infermieri, ostetriche, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia e Oss. Da quel giorno siamo arrivati a ottobre, e nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata». Secondo la Fsi-Usae la Assl «deve intervenire al più presto per evitare la chiusura dei reparti e dei servizi, ma annunciamo anche di essere pronti a ogni forma di lotta per tutelare e difendere la dignità dei dipendenti e il mancato riconoscimento dei loro diritti. Non si può continuare ad avere reparti (come la Medicina di Olbia o di Tempio), in cui, per gli organici carenti, si fanno saltare i riposi o le ferie». Ogni giorno la Fsi Usae raccoglie segnalazioni e proteste del personale. «I carichi di lavoro sono troppo pesanti e i turni da gestire tra poche persone rischiano di ripercuotersi sull'assistenza ai pazienti».

E infine: « La sanità gallurese non deve continuare ad essere il fanalino di coda per numero di posti letto - dice la Fsi-Usae -. E non si può legare tutto al Mater Olbia che verrà. Le specialità che mancano, servono ora». (s.p.)

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