Caccia ai vandali della chiesetta
di Angelo Mavuli
I carabinieri setacciano le campagne per far luce sul raid L’amarezza dell’associazione che cura il piccolo tempio
31 ottobre 2017
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TEMPIO. Mentre i carabinieri della compagnia di Tempio, guidata dal capitano Ilaria Campeggio, setacciano le campagne attorno alla chiesetta di La Trinitai per trovare, fra i proprietari della case campestri, eventuali tracce di chi, fra sabato e domenica scorsa ha perpetrato il danneggiamento alla porta della sacristia della chiesetta campestre, in città cresce lo sdegno per un atto di cui non si comprendono le finalità e che non ha nessuna giustificazione logica. Si sarebbe potuto capire per assurdo, dicono alcuni, lo scasso di una cassettina per le elemosine, il furto di candele o di un oggetto per ricavarne quattro soldi, non lo sconquasso attuato per abbattere il portoncino di una sacrestia di campagna che al suo interno, anche abbastanza ristretto, contiene presumibilmente gli utensili usati per preparare il pranzo ai pellegrini nel giorno della festa. Un gesto per certi versi blasfemo, visto il luogo, ma al tempo stesso gratuito e privo di significato. Qualcuno ha ipotizzato anche, per assurdo, che si sia voluto attuare un dispetto nei confronti della benemerita Associazione Santissima Trinità, che da anni con sacrifici personali dei soci cura la chiesa all’interno ed all’esterno in maniera encomiabile. L’ipotesi è stata presa in considerazione domenica anche dallo stesso Massimiliano Maisto, presidente dell’associazione, persona mite e ben voluta da tutti. «Se a qualcuno non piace quanto facciamo per preservare questa chiesetta storica della nostra città - aveva dichiarato - a noi dispiace. Ci piacerebbe tanto però capire e anche parlare con chi ha attuato questo gesto inutile che offende la città ed in fin dei conti lascia nella sua solitudine soltanto l’autore».