La Nuova Sardegna

Olbia

La rivolta del volontariato «No alla nuova riforma»

di Angelo Mavuli
La rivolta del volontariato «No alla nuova riforma»

Contestati in un’affollata assemblea i cambiamenti previsti per il Terzo Settore Farru (Sardegna Solidale): «Difenderemo in ogni modo la nostra autonomia»

12 novembre 2017
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TEMPIO. E’ guerra aperta fra il mondo del volontariato e il Governo per l’annunciata riforma del cosiddetto Terzo Settore che dovrebbe entrare in funzione all’inizio dell’anno riformando radicalmente l’intero apparato. Argomento ostico per i non addetti ai lavori che a malapena sanno che quando si parla di Terzo Settore ci si riferisce a soggetti impegnati nelle organizzazioni di volontariato attraverso forme di partecipazione sociale e argomento ostico, però, anche per gli addetti ai lavori per i quali la riforma dopo un lungo iter di incontri e confronti, «non ha tenuto conto - come ha detto ieri il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru durante un seminario a Tempio sull’argomento -, di nessuna delle oltre 1300 osservazioni che le associazioni hanno proposto durante due anni di lavori parlamentari».

Una sorta di beffa che ha prodotto una riforma fortemente accentratrice, che spinge le associazioni di volontariato a trasformarsi in imprese sociali, con un aggravio dei passaggi burocratici e con il rischio che l’idea stessa di volontariato venga ignorata. Di tutto questo si è parlato a Tempio durante l’incontro svoltosi nella Casa del Fanciullo, aperto dal saluto di Maria Luisa Sari, referente del Sa. Sol. Point di Tempio, coordinato dal giornalista Vito Bolchini e presieduto da Giampiero Farrum di fronte a una settantina d rappresentanti delle maggiori associazioni.

«La nuova legge di riforma del Terzo Settore -, ha spiegato Farru -, avrà delle significative ricadute e le nostre organizzazioni devono conoscerla e prepararsi al cambiamento». Il presidente nella sua esposizione procede con molta prudenza ma al tempo con grande determinazione. «Primi in Italia - dice -, abbiamo pubblicato una guida per consentire alle organizzazioni di volontariato di orientarsi». Al tempo stesso però annuncia per il prossimo 6 dicembre a Tramatza una grande assemblea «durante la quale avanzeremo le nostre proposte e rivendicheramo l’autonomia per il volontariato sardo. La riforma entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio, ma il 2018 sarà un anno nel quale il volontariato sardo darà battaglia. Con la nuova riforma - avverte Farru -, la ramificazione territoriale sarà spazzata via e tutte le risorse confluiranno in un Organismo Nazionale di Controllo formato da appena 13 membri che potrà decidere in solitudine le sorti del volontariato italiano. Il rischio è che soggetti che hanno poco da spartire con i nostri valori di gratuità e solidarietà creino le condizioni per emarginare il mondo del volontariato, composto nella nostra isola da oltre 1700 associazioni e circa 30 mila volontari».

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