La Nuova Sardegna

Olbia

L’ex stazione segnali di Punta Falcone nelle mani dei privati

di Walkiria Baldinelli
L’ex stazione segnali di Punta Falcone nelle mani dei privati

Santa Teresa, la struttura non sarà ceduta al Comune Verrà fatto un bando: favoriti i progetti culturali e turistici

2 MINUTI DI LETTURA





SANTA TERESA. L'ex stazione segnali di Punta Falcone non sarà ceduta al Comune, a differenza dell'ex casermetta e della stazione semaforica di Capo Testa che a breve saranno acquisite nel patrimonio dell'ente locale al prezzo simbolico di 1 euro. Attraverso un bando di gara, finirà in mano a privati con canoni di concessione o locazione, al massimo per 50 anni.

È ancora presto per dire con quale destinazione d'uso.Un dato certo è che dovrà essere accessibile al pubblico, compresi i sentieri naturalistici di macchia mediterranea nei quali è immersa. Tutto dipenderà dalle offerte che verranno presentate. Saranno favoriti progetti culturali, naturalistici e scientifici, ma anche turistico e ricettivi. Regione e Agenzia del Demanio, dopo aver stretto un accordo di collaborazione, hanno aperto un tavolo tecnico operativo. L'ex stazione segnali di Punta Falcone è super tutelata: l'area è soggetta a vincolo paesaggistico, la costruzione a quello storico-culturale (ex Codice Urbani). La struttura è inserita nel programma di valorizzazione del patrimonio marittimo costiero della Sardegna, gestito dalla Conservatoria delle coste e dall'assessorato regionale degli Enti locali. L'area ricade nelle zone agricole di rispetto del perimetro del centro abitato (E 5.1) per le quali, come destinazioni urbanistiche e livelli di trasformabilità, sono consentite solo la manutenzione ordinaria e straordinaria, la conservazione e il restauro delle costruzioni esistenti e/o, ove previsto, l'ampliamento, una tantum, per l'abitazione e i servizi rustici esistenti di 20 metri quadri per l'abitazione e 150 per i servizi rustici, nel rispetto della tutela paesistica. Realizzata nella prima metà del XX secolo, la struttura è stata acquisita dalla Difesa nel 1935 e dismessa a luglio 2002. Il faro è in stato di abbandono e ha perso la sua funzione originaria. Per raggiungere l'area distante circa due chilometri dalla località turistica della Ficaccia, bisogna percorrere una strada sterrata. Gli interventi necessari per il recupero strutturale e architettonico del bene prevedono l'apertura di un cantiere da 18 mesi a 2 anni, il costo stimato per l'intervento è di 1 milione 150mila euro.

Primo piano
Il tributo

Sassari, il figlio dell’uomo coinvolto nell’esplosione ringrazia i vigili del fuoco: «Avete salvato la vita a mio padre»

di Luca Fiori
Le nostre iniziative