La Nuova Sardegna

Olbia

Iervolino condannato a 1 anno e 4 mesi

di Tiziana Simula
 Iervolino condannato a 1 anno e 4 mesi

L’imprenditore-editore ritenuto colpevole di atti persecutori nei confronti della sua ex. Dovrà risarcirla con 7mila 500 euro

15 novembre 2017
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OLBIA. Non aveva resistito al desiderio di regalare alla sua ex un mazzo di rose nonostante il divieto imposto dal giudice di avvicinarsi alla donna che più volte lo aveva denunciato. Finito ai domiciliari l’8 marzo, “Giornata della donna”, con l’accusa di stalking, Gianni Iervolino, 74 anni, imprenditore di origini campane ma olbiese d’adozione, proprietario delle lavanderie industriali Clea di Olbia ed ex editore dell’emittente televisiva Cinquestelle, è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena e non menzione nel certificato penale) e al pagamento di 7mila 500 euro di risarcimento nei confronti della vittima, costituita parte civile con l’avvocato Maria Assunta Luciano.

Assistito dal difensore Ettore Licheri, l’imputato, giudicato con rito abbreviato, è comparso, a piede libero, davanti al gup del tribunale di Tempio Giuseppe Grotteria che l’ha riconosciuto colpevole di atti persecutori ai danni di una donna di 43 anni con la quale aveva avuto una relazione fino al settembre del 2016. Nell’udienza precedente, il pubblico ministero Gianluigi Dettori aveva chiesto due anni di pena, mentre il difensore aveva sollecitato l’assoluzione per il suo assistito. Ieri, la lettura della sentenza che condanna l’imprenditore-editore a un anno e 4 mesi. «Volevo farle un regalo per il suo compleanno...», ha bisbigliato Gianni Iervolino, con le lacrime agli occhi, pochi istanti prima di conoscere la sentenza. Ma di quell’ uomo e di quella relazione durata oltre due anni, lei, non ne voleva più sapere mentre lui, nonostante il suo rifiuto, non aveva mai accettato la fine del rapporto, continuando a perseguitarla e ad assillarla con telefonate, messaggi, pedinamenti, appostamenti sul posto di lavoro e sotto casa. Tanto da costringerla a denunciarlo diverse volte e a far scattare il provvedimento cautelare della magistratura di Tempio che vietava all’uomo di avvicinarsi alla vittima.

Secondo le accuse, Iervolino avrebbe anche fatto scattare il piano antiterrorismo all’Università La Sapienza di Roma, quando, pochi mesi dopo la fine della loro relazione, era stato scoperto mentre, mascherato con baffi e parrucca, assisteva e filmava la laurea della sua ex. Questo ed altri episodi avevano determinato il primo divieto di avvicinamento alla donna, scattato a gennaio. Nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare, però, l’imprenditore si era presentato a casa della ex con un mazzo di rose. La donna, terrorizzata, aveva informato i carabinieri e dopo una mirata attività di indagine, l’8 marzo, nella giornata dedicata alla donna, i militari lo avevano arrestato eseguendo l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gup su richiesta della Procura.

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