La Nuova Sardegna

Olbia

Nelle foto dei migranti la loro nuova casa

Nelle foto dei migranti la loro nuova casa

I dieci ragazzi che vivono a Calangianus hanno voluto dedicare una mostra al paese che li ospita

31 dicembre 2017
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CALANGIANUS. Quegli scorci di paese, il suo agro e i suoi movumenti, presentati nella mostra “Il luogo in cui vivo” immortalati da una Nikon 7100, con tanto di lastra, lenti e grandangolo, assumono in questo fine anno così difficile per tanti , un preciso significato. E portano un messaggio per il nuovo anno. Il messaggio, per tutta Calangianus, arriva da chi quelle fotografie le ha scattate e le ha presentate in alcuni pannelli allestiti nella settentesca chiesa di Santa Maria degli angeli, l’antica chiesa dei cappuccini. Dietro l’obiettivo, ,con indubbia fantasia e originalità, 10 ragazzi venuti dal lontano . Immigrati, li chiamano, ragazzi provenienti dal Gambia, dal Senegal, dalla Guinea, Tutti fuggiti, fra mille peripezie, dalle loro case verso l’Italia alla ricerca di tranquillità e di un futuro. Da alcuni mesi sono ospiti di Calangianus. E’ come se la vecchia chiesa ritrovasse, con questa mostra, un po’ del suo antico flusso vitale caratterizzato dal grande servizio di carità offerto agli indigenti secondo la regola di san Francesco. E quelle foto che rappresentano la Calangianus del 2017, presentate giovedì alle 18.30, offrono un messaggio da parte dei dieci ragazzi immigrati, ognuno con la sua storia fatta di dolori e di speranze , con un sorriso grande così e due occhi che sembrano voler interrogare. La loro mostra sembra dire: “Questi luoghi , queste strade, questi angoli non ci sono estranei, li sentiamo nostri. Grazie per l’accoglienza che ci riservate». Presenti all’apertura , con tanto di nastro inaugurale, Domenica Scampuddu, assessore alle politiche giovanili, il parroco don Umberto Deriu, ,che ha rivolto parole di benvenuto e rimarcato che ospitare la mostra in un simile luogo è un segno concreto di affetto. Si sono sentiti davvero protagonisti Allaji, Mousssà, Aboubakar, Yusuf, Kawsu,Idrissa, Ousmann, Mouctar, Karfa con tanti amci intono. Loro passano leggeri nelle vie del paese nell’andare e tornare da scuola, frequentano il liceo artistico a Tempio, ciondolando con il telefonino e immersi nella musica dei loro auricolari. Quasi non vogliono disturbare, ma sentono intorno tanto affetto e rispetto. Il progetto fotografico , che punta a una integrazione attiva, è stato ideato dall’educatrice Marianna Pilo. Silvia Pasella , responsabile della comunità minori migranti non accompagnati, ha fatto gli onori di casa. «I ragazzi si sono avventurati con entusiasmo per le vie del paese. Le cornici in tavole di legno sono state preparate con passione da uno dei ragazzi, Alaji, 17 anni, che a casa sua faceva il falegname». La mostra rimarrà aperta per alcuni giorni. (p.z.)

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