La Nuova Sardegna

Olbia

Strada Tempio-Olbia per il via al cantiere manca l’ok dell’Adis

Strada Tempio-Olbia per il via al cantiere manca l’ok dell’Adis

Si attende il via libera dell’Agenzia del distretto idrografico È l’ultima autorizzazione necessaria per far partire i lavori

07 gennaio 2018
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OLBIA. Dopo tante false partenze la prudenza è d’obbligo. Ma la voce salda del sindaco Settimo Nizzi, che fa seguito all’impegno sicuro del ministro ai Trasporti Graziano Delrio, fa pensare che il 2018 sarà davvero l’anno di apertura del cantiere sulla provinciale 38 bis. Il tratto di strada tra Olbia e Tempio, crollato all’altezza di Monte Pinu, aspetta di essere sistemato dall’alluvione del 2013. Nella voragine che si aprì nel pomeriggio del 18 novembre di quattro anni fa, morirono tre persone. L’auto su cui viaggiavano fu risucchiata nel vuoto e trascinata nel fiume. La strada venne messa sotto sequestra e fu oggetto di una inchiesta della Procura di Tempio. Una volta dissequestrata è cominciato il percorso per la ricostruzione a ostacoli. Burocrazia all’italiana. E nel frattempo i mesi sono diventati anni. Quattro.

Lo Stoi, l’ex Genio civile, ha dato l’ok al progetto. Ora manca solo il via libera dell’Adis, l’Agenzia del distretto idrografico. «Aspettiamo che anche l’Adis, dopo l’ok già arrivato dal Genio civile, dia il parere favorevole – spiega il sindaco Settimo Nizzi –. Come Comune abbiamo inviato gli ultimi documenti del Piano del rischio idraulico. È stato chiuso in maniera definitiva anche il contratto con l’impresa che si era aggiudicato l’appalto, sospeso in attesa di queste autorizzazioni. Ho avuto rassicurazioni dal responsabile territoriale dell’Anas che il cantiere verrà aperto a gennaio. Ma sia chiaro che i tempi saranno lunghi. Ci vorranno tra i 18 e i 24 mesi per ricostruire quel tratto di strada».

Negli ultimi mesi del 2017 i cittadini erano scesi in piazza con due manifestazioni per riaccendere i riflettori sulla strada dimenticata. A protestare non solo gli olbiesi e i tempiesi, ma anche gli abitanti di Priatu e Telti, i piccoli insediamenti urbani tagliati fuori dal collegamento diretto che la provinciale numero 38 assicurava. “Vergogna” è la parola che hanno scelto i cittadini per protestare contro le istituzioni e ricordare che ogni giorno sono costretti a una deviazione di 14 chilometri su un percorso lungo e pericoloso. Organizzata anche una raccolta firme e una petizione on-line. (se.lu.)



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