La Nuova Sardegna

Olbia

Il borgo sogna l’inverno: «L’estate non ci basta più»

di Dario Budroni
Il borgo sogna l’inverno: «L’estate non ci basta più»

Gli operatori discutono su come allungare la stagione nel regno delle vacanze Diverse le idee in campo: aprire i locali e costruire un ponte con le zone interne

13 gennaio 2018
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PORTO ROTONDO. L’obiettivo è scacciare i fantasmi che da sempre si impossessano del borgo non appena comincia a fare più freddo. Porto Rotondo ha deciso di dire basta alla stagione troppo corta. Nel cuore dell’inverno si lavora per mettere sul tavolo nuove idee e proposte. Certo, la strada che porta alla destagionalizzazione è lunga e il risultato non è scontato. Ma intanto chi manovra i fili del borgo turistico, alcuni dei quali in sella solo da pochi mesi, dice di voler mettere a correre nuove strategie. C’è chi chiederà ai ristoranti di aprire anche nei mesi invernali, almeno nel weekend. E c’è chi vorrebbe andare a convincere i nord europei a passare le vacanze a Porto Rotondo. È uno il presupposto che mette tutti d’accordo: trovare una alternativa al mare e dialogare pure con le zone interne, che non sono poi così distanti da piazza San Marco.

Ristoranti aperti. Da giugno Marcello Lombardo è il presidente del consorzio dei commercianti. «Abbiamo diverse strategie. Intanto dal prossimo anno andremo a chiedere a 5 o 6 ristoranti di lavorare anche durante il periodo invernale, almeno il fine settimana – spiega –. In questo modo si garantirà un servizio in più, del quale beneficeranno i turisti ma anche gli olbiesi. Ne sono convinto. Oggi gli olbiesi vanno a mangiare pesce a Golfo Aranci e potrebbero farlo anche a Porto Rotondo. Naturalmente non lasceremo le attività da sole, ma come consorzio saremo presenti con pubblicità, promozione e eventi. Si innescherebbe così un sistema virtuoso capace di coinvolgere altre categorie oltre l’enogastronomia».

Non solo mare. Anche Leonardo Salvemini è stato eletto a giugno. Lui è il presidente del Consorzio di Porto Rotondo. «Partiamo dal fatto che il borgo è splendido anche d’inverno, perché ci sono bellezze che non conoscono stagione – spiega –. Però è importante diversificare l’offerta. Per esempio creare un ponte con le zone interne, puntare sull’enogastronomia e la storia, senza dimenticare il turismo del benessere, sportivo e congressuale. Poi certo, c’è sempre la questione dei trasporti. Bisogna adeguare i costi».

Il nord Europa. Roberto Azzi è il presidente dello yacht club portorotondino. «Va bene l’inverno, ma intanto bisogna lavorare per una stagione di almeno 6 o 7 mesi – commenta Azzi –. L’obiettivo è l’internazionalizzazione. Perché il grosso di chi ha la casa qui è composto da italiani, che passano le vacanze invernali a sciare o ai Caraibi. Invece i cittadini del nord Europa sono quasi gli unici che qui ci vengono volentieri. Però dobbiamo organizzare fiere e stringere nuove collaborazioni per andare a dire che Porto Rotondo esiste. Non dimentichiamoci poi l’aspetto della nautica. Olbia è la città numero uno per aziende in questo settore, ma pure in questo caso dobbiamo farlo sapere. Inoltre dovremmo creare un coordinamento unico che metta insieme tutte le anime del borgo, Comune compreso».

Il Comune. Il sindaco Settimo Nizzi propone l’apertura delle attività anche d’inverno. «E bisognerebbe anche incentivare una vita di paese e creare una comunità stabile tutto l’anno, partendo dagli stessi olbiesi che hanno casa nel borgo», propone Nizzi. L’assessore al Turismo Marco Balata parte da questo principio: «Se continueremo a vendere solo mare difficilmente la gente arriverà in Sardegna per altro. Il tutto passa attraverso una valida strategia di promozione. L’obiettivo si può raggiungere, basta vedere i voli in partenza per le Baleari nel mese di gennaio».

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