La Nuova Sardegna

Olbia

Dieci anni di rilievi a mano così fu disegnata la Costa

di Walkiria Baldinelli
Dieci anni di rilievi a mano così fu disegnata la Costa

Bastiano Sotgiu nel 1959 aveva trent’anni ed era l’unico geometra di Arzachena  Tracciò i confini del progetto del principe andando a piedi da un terreno all’altro

28 gennaio 2018
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ARZACHENA. Impiegò quasi un decennio con il suo tacheometro per misurare i circa 2mila ettari di terreno dell'Unfarru dei pastori. Bastiano Sotgiu, 87 anni, nel 1959 era il geometra che, allora trentenne, seguì da vicino la trasformazione di Monti di Mola nella rinomata Costa Smeralda. Rilievi e cartografie disegnate a mano con l’aiuto di un paio di collaboratori furono allegati agli atti notarili di compravendita. «Tranne uno – precisa Bastianeddu, mentre tira via la polvere dal suo inseparabile tacheometro, lo strumentu, come lo chiama lui – . I rilievi topografici costituivano un passaggio indispensabile per realizzare il grande progetto di sviluppo turistico del principe Karim Aga Khan e di altri potenti investitori internazionali».

Quando fu chiamato a mappare e disegnare l’area della futura Costa Smeralda il geometra era rientrato da poco nella sua Arzachena. Stava per emigrare di nuovo a Torino, dove si era diplomato e per un lustro aveva indossato la divisa da carabiniere. Era l'unico geometra locale iscritto all'albo nazionale, la sua esperienza in uno studio topografico della penisola pesò non poco sul suo curriculum. Nel giro di alcuni mesi diventò un punto di riferimento: sia per i proprietari dei terreni, adibiti in parte a pascolo, gli edifici rurali si contavano sulle dita di una mano, sia per il Consorzio Costa Smeralda. Insomma, il figlio dell'orologiaio del paese si trasformò in un prezioso assistente tecnico.

«Le parti firmavano solo dopo la mia supervisione degli atti – ricorda emozionato per la fiducia riposta in lui –. In quegli anni in pochi sapevano leggere e scrivere. Tante volte su richiesta del notaio sono stato testimone di compravendite. Nelle carte si ripetevano due cognomi dei proprietari: Orecchioni e Azara. E anche i nomi erano quasi sempre gli stessi, considerata l'usanza di tramandare quelli dei capifamiglia. Così, in ogni atto si aggiungeva il soprannome, costituiva una garanzia. Per tutti: dai grandi banchieri ai piccoli coltivatori diretti». Per anni ha macinato chilometri a piedi per rilevare e tracciare confini da un muretto a secco all'altro. Si metteva di buona lena al lavoro, insieme ai suoi stretti collaboratori tirocinanti. «Le parcelle erano di circa 100mila lire ciascuna – ricorda –. Spesso mi chiamavano a dirimere liti familiari, legate sempre a lasciti e successioni». Ha smesso di lavorare cinque anni fa, ma ancora, anche se ovviamente solo per un consulto esterno, c'è la fila nel suo studio.

Bastiano Sotgiu, 87 anni compiuti tre mesi fa, ha visto crescere la sua Arzachena. Nel 1965 ricevette l'incarico dall'allora sindaco Giorgio Filigheddu di istituire il primo ufficio tecnico comunale. Per tre anni fu responsabile part-time del settore. «Un compito importante perché ancora non c'era il Piano di fabbricazione – sottolinea – La prima normativa che imponeva regole di edificazione risale al 1967. Prima di allora ognuno presentava singoli progetti di lottizzazioni. Anche agli albori della Costa Smeralda». L'idea di sviluppo del principe Aga Khan? «L’ho condivisa – dice – , il progetto turistico rivolto a un'élite nei decenni successivi è diventato un turismo diffuso e di qualità. Oggi? C’è bisogno di riqualificare l'esistente. L’intera Arzachena è un gioiello prezioso che va preservato, ma anche potenziato. Ove possibile. E nel rispetto dell'ambiente».

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