La Nuova Sardegna

Olbia

Battaglia al Riesame sul giudice sospeso

di Tiziana Simula
Battaglia al Riesame sul giudice sospeso

Attesa per la decisione su Di Giacomo. Il pm: custodia in carcere. La difesa: è un’accusa illogica

30 gennaio 2018
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OLBIA. Il tribunale del Riesame si è riservato. Bisognerà aspettare qualche giorno per sapere cosa deciderà in merito alla misura interdittiva di un anno disposta dal gip Giulia Proto nei confronti del giudice dell’esecuzione del tribunale di Tempio Alessandro di Giacomo, indagato dalla procura capitolina per turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio: se revocherà la misura, accogliendo l’istanza del suo difensore, l’avvocato Giandomenico Caiazza, del foro di Roma, o se rigetterà l’appello, confermando la sospensione del giudice dalle sue funzioni. Durante la discussione della richiesta di annullamento della misura cautelare, il pubblico ministero Stefano Rocco Fava, titolare dell’inchiesta sulla presunta turbativa d’asta nella vendita della villa dell’imprenditore di Arzachena Sebastiano Ragnedda, ha sollecitato la custodia in carcere per il giudice. Provvedimento già richiesto inizialmente dal pubblico ministero e rigettato dal gip che aveva ritenuto sufficiente l’applicazione della sospensione per un anno dalle funzioni di magistrato.

Il difensore di Di Giacomo ha invece ribadito «la illogicità dell’imputazione. Siamo chiamati a rispondere di un falso commesso nel 2013, anno della prima ordinanza di vendita dell’immobile – dice l’avvocato Caiazza – Nel 2013, Di Giacomo avrebbe fatto proprie presunte falsità della perizia, ma non capiamo con quali finalità, per favorire chi, visto che in quell’anno erano ignoti gli acquirenti che avrebbero acquistato tre anni dopo. C’è poi la questione delle intercettazioni telefoniche: riguardano gran parte degli indagati, all’infuori di Di Giacomo. Di lui non parla nessuno e con lui non parla nessuno».

La presunta asta pilotata su cui indaga la Procura di Roma vede indagati per turbativa d’asta, cinque magistrati, due avvocati e un perito. Si attende ancora la decisione del gip in merito alla misura interdittiva richiesta dalla procura di Roma per il giudice Elisabetta Carta, difesa dagli avvocati Ivani Iai e Cesare Piraino, sotto inchiesta per rivelazione del segreto d’ufficio. Il gip ha richiesto al pubblico ministero gli audio di tutte le intercettazioni per riascoltarle e decidere con maggiore puntualità.

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