La Nuova Sardegna

Olbia

Santa Teresa, parolacce al comandante del traghetto: assolti

L'avvocato Petitta
L'avvocato Petitta

Vicenda conclusa per due livornesi dopo 8 anni e 17 udienze in tribunale

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SANTA TERESA. Si è conclusa dopo otto anni di processo e ben 17 udienze, la vicenda giudiziaria che riguarda una coppia di Livorno, Giovanni Battaglia e Vanessa Lucchesini, genitori di due bambini, finiti a giudizio con l’accusa di aver rivolto parole offensive al comandante del traghetto partito da Bonifacio e diretto a Santa Teresa.

Il fatto risale al 2009. Al momento di fare i biglietti, Giovanni Battaglia era stato fermato perché i suoi due bambini non avevano la carta d’identità. Niente imbarco, insomma. Da lì, la reazione dell’uomo che aveva urgenza di recarsi in territorio italiano, quindi a Santa Teresa, per acquistare i farmaci per uno dei suoi figli affetto da diabete. «Sei una testa di c... Sei un incapace», avrebbe urlato l’uomo al comandante che non voleva farli imbarcare. Il problema, poi, si era risolto con l’intervento dell’ufficio di frontiera di Santa Teresa e la famiglia era potuta partire.

Quelle parolacce, però, hanno avuto conseguenze penali. I due imputati, difesi dall’avvocato Marco Petitta, sono stati accusati di offesa al comandante della nave (articolo 1104 del codice della navigazione), che si è costituto parte civile con l’avvocato Dario Annunziata. Ieri, la discussione davanti al giudice monocratico del tribunale di Tempio Marco Contu. Ultima tappa per la vicenda giudiziaria passata in otto anni attraverso un’archiviazione, un’opposizione all’archiviazione, Giudice di pace e tribunale monocratico e ben 17 udienze.

Il giudice ha assolto i due: la moglie, per non aver commesso il fatto, mentre per il marito, ha riconosciuto la tenuità del fatto. La difesa ha sollecitato l’assoluzione eccependo il difetto di giurisdizione, essendo stato il reato consumato in Francia (la nave era nel porto di Bonifacio). Anche il pm Gianluigi Dettori aveva chiesto l’assoluzione. (t.s.)
 

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