La Nuova Sardegna

Olbia

Svaniscono i finanziamenti destinati al Monte Limbara

di Angelo Mavuli
Svaniscono i finanziamenti destinati al Monte Limbara

Il Comune non ha utilizzato i contributi finalizzati alla gestione delle aree Sic All’attacco i consiglieri di Ripensare Tempio: per la giunta un’occasione persa 

03 febbraio 2018
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TEMPIO. “Il comune di Tempio dopo avere perso, senza colpo ferire, 600 mila euro per la valorizzazione del Limbara, ora sullo stesso tema perde un’altra preziosa opportunità». Ad affermarlo con un comunicato piuttosto dettagliato, sono i tre consiglieri comunali di “Ripensare Tempio”, Antonio Addis, Sebastiana Carta e Daniela Campra, che fanno la cronistoria dei due scivoloni: «I 600 mila euro, già allocati a Tempio presso Forestas, pronti ad essere affidati al Comune per la realizzazione di una rete di sentieri, di camminamenti, di pareti per arrampicata, di un campeggio e del tanto celebrato ponte tibetano, sono stati evidentemente dimenticati dalla giunta, pur essendo stati questi temi, grandi cavalli di battaglia e precise promesse nella campagna elettorale di Andrea Biancareddu. La somma, infatti, che avrebbe costituito un’opportunità importantissima ed un aiuto per la gestione e la valorizzazione del Monte Limbara, è “andata in economia”. Praticamente cioè, si è dovuta restituire intonsa alla Regione, per incapacità a spenderla». «Non basta – proseguono i consiglieri – nello scorso mese di novembre la Regione ha dato la possibilità, attraverso un apposito bando, di ripresentare manifestazioni di interesse per la stesura o l’aggiornamento dei Piani di gestione dei siti della “Rete natura 2000”. Un sistema coerente di aree destinate sul territorio a salvaguardia della natura, della flora e della fauna selvatica. Ebbene, il Comune, capofila dell’area Sic Monte Limbara, non ancora dotato di piano, oltre ad avere presentato una manifestazione di interesse ritenuta incompleta dalla commissione istruttoria, non si è minimamente curato di fornire le integrazioni richieste dalla Regione. Con il conseguente risultato di essere escluso, ancora una volta, da importanti finanziamenti, “per inammissibilità e compatibilità con le direttive comunitarie e con la normativa statale sulla gestione delle aree Sic”. Eppure sarebbe bastato fornire le integrazioni richieste. Come gruppo consiliare di minoranza, riteniamo che ancora una volta si sia persa una occasione importante. Il Piano di gestione, infatti, è lo strumento che costituisce il presupposto per intercettare i finanziamenti europei e regionali. Necessari per creare lavoro con opere di tutela e valorizzazione della montagna, supportando le attività produttive, specialmente quelle legate al territorio come l’agricoltura e l’allevamento. Attraverso la predisposizione e la corretta gestione dei piani, le attività autoctone debbono essere sostenute attivamente contrastando la tendenza all’abbandono. Proprio perché è grazie alla loro sussistenza se sono ancora presenti i valori naturalistici per i quali il sito è stato individuato. Per l’amministrazione Biancareddu, attentissima a curare l’immagine e poco la sostanza, è l’ennesima occasione persa».

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