La Nuova Sardegna

Olbia

Uno studio cambia la storia i primi palaesi già nel ’600

di Walkiria Baldinelli
Uno studio cambia la storia i primi palaesi già nel ’600

Il libro di Giovanni Cucciari anticipa di un secolo la nascita dell’insediamento Pietro Ciboddo capostipite della comunità. Nel 1860 apre il rifugio per passeggeri

14 febbraio 2018
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PALAU. Decifrare grafie multiformi di parroci tra la fine del Seicento e la seconda metà dell'Ottocento, tradurre atti dal sardo logudorese, latino, spagnolo e aragonese antico è stata un'impresa titanica per lo storico Giovanni Cucciari. Alla fine delle lunghe maratone fra biblioteche, archivi comunali, atti notarili e registri parrocchiali, il ricercatore appassionato ha conquistato un primato: nel recente volume “Antiche famiglie di Palau” ha messo nero su bianco una pagina di storia del paese costiero nel nord Gallura e della sua popolazione, che non era stata ancora scritta. Palau nasce a fine Seicento e non un secolo dopo come si pensava fino a oggi.

La prima famiglia. Palau sino ai primi decenni del Settecento del secolo scorso era incolto e quasi interamente spopolato. Sulla collina che si eleva a destra del Liscia, all'epoca navigabile fino alla località Isciola, alcuni pastori della famiglia Ciboddo costruirono le loro capanne per sorvegliare il fiume e la pianura sottostante. «La loro presenza fin dalla seconda metà del Seicento è confermata da atti notarili dei primi del 1700 e dai registri parrocchiali di Tempio – racconta Cucciari, 70 anni, la cui vita di appassionato cultore di storia dal 1997 al 2012 si è intrecciata con quella politico-amministrativa locale –. I Ciboddo arrivarono in Gallura dalla Corsica, loro luogo d'origine. Pietro, il capostipite del nucleo di Palau, si suppone sia nato nel 1618».

Il nome. L'etimologia di Palau non trova tutti concordi. Le ipotesi di alcuni linguisti, storici e studiosi spaziano da “riparo per imbarcazioni”, “tutto bagnato, infangato, impantanato” alla tesi più accreditata: “pozzi naturali” (palai), «formati cioè dalla sorgente di acqua potabile in prossimità dello stagno marino, il nome di sicuro più adatto per sua stessa natura», sostengono Cucciari e altri.

Casa rifugio passeggeri. La nascita di Palau è legata alla sua strategica posizione geografica. Nei primi decenni dell'Ottocento La Maddalena, sede della flotta della piccola marina sarda, beneficiava di ottimi commerci. Il collegamento con l'isola madre era assicurato da barche a vela che raggiungevano la costa palaese in seguito a un segnale convenzionale: lunghe scie di fumo di fasci di assenzio selvatico (un'erba locale chiamata buredda) bruciato. In caso di forte vento il servizio era sospeso e l'attesa poteva protrarsi per giorni. «Nel 1860 nasce così a Palau “la casa di ricovero per viandanti” con annessa fontana – racconta –. La struttura, in un documento dell'archivio di Stato di Sassari, è inserita tra i beni di proprietà della Provincia». I passeggeri potevano alloggiare in modo gratuito al piano terra, chi affittava una stanza al piano superiore pagava al giorno 50 centesimi delle vecchie lire. Lo stabilimento fu ceduto nel 1884 dall'amministrazione provinciale per oltre 10mila lire al precedente gestore Andrea Manchia che continuò l'attività sino al 1896.

Scuola e chiesa. «Il 15 ottobre 1898 furono iscritti per la prima volta alle elementari 29 bambini – sottolinea lo storico –. Un mese dopo iniziarono le lezioni del maestro Michele Ruzittu». La prima chiesa di Palau è dedicata alla Vergine delle Grazie, costruita alla fine dell'Ottocento fu aperta al culto nel 1900 da don Angelo Sorgiu, parroco di San Pasquale.

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