Volontari e studenti in missione speciale nella Rsa di Mantelli
di Angelo Mavuli
Illustrato il progetto, previsti corsi di preparazione Sari: «Renderemo più serena la permanenza degli ospiti»
29 marzo 2018
2 MINUTI DI LETTURA
TEMPIO. Gli appartenenti alle varie associazioni del volontariato tempiese e probabilmente anche gli studenti delle scuole di secondo grado, potrebbero essere interessati, sicuramente non a breve, ma dopo opportuni corsi di preparazione curati da esperti, ad operare nella Rsa di Mantelli.
A renderlo noto con un comunicato è Maria Luisa Sari, referente del Sa.Sol. Point di Tempio, attivissima in città e nell’intera Isola nell’ambito del volontariato. In sintesi, il progetto prevede la possibilità di inserire nella Rsa tempiese uomini e donne delle associazioni di volontariato e studenti di alcune scuole cittadine, già impiegati in altre circostanze in eventi, solitamente culturali o ludici. «L’obiettivo - scrive Maria Luisa Sari -, è quello di rendere più leggera la permanenza nella struttura, agli ospiti, alle loro famiglie e agli stessi operatori sanitari. Il volontariato cittadino ha già diverse associazioni che hanno come specificità statutaria il sostegno ai degenti ospedalieri, questa volta, su invito dell’amministrazione comunale, siamo chiamati a raccolta perché i volontari si facciano “portatori di serenità”, fornendo agli “specialissimi” ospiti della Rsa, ai loro parenti e agli operatori un sostegno morale concreto, con attività di intrattenimento, di compagnia e di animazione».
Un compito difficilissimo che, secondo il volontariato, vale la pena però di tentare. Nel corso dell’incontro, svoltosi nel palazzo comunale, da tutti è stata sottolineata la necessità assoluta che per assolvere al meglio l’eventuale compito in una struttura dove il confine fra la vita e la morte diventa impercettibile per mille ragioni, occorre formarsi e prepararsi con corsi adeguati e con una formazione seria che consapevolmente porterà i volontari che vorranno aderirvi a un approccio psicologico e operativo di contatto, necessario ad attenuare tabù e stereotipi che inducono a vedere la sofferenza e la morte come qualcosa da allontanare il più possibile, di cui addirittura non parlare, con cui non entrare in contatto. «In realtà - scrive Maria Luisa Sari -, come ci ha detto Monica Muretti, presidente dell’Associazione “Liberaschemi”, direttamente coinvolta come familiare nell’assistenza della propria madre, il volontario deve capire che i momenti tragici, come possono essere quelli del passaggio nella Rsa, costituiscono una parte della vita stessa e possono essere vissuti anche con qualche spunto di serenità». Alla collaborazione e alla realizzazione del progetto hanno dato la loro disponibilità, oltre le associazioni storiche del volontariato cittadino, anche i responsabili del Liceo Artistico Fabrizio De André, del Liceo Giovanni Maria Dettori e l’Istituto d’Istruzione Superiore Ferracciu Pes.
A renderlo noto con un comunicato è Maria Luisa Sari, referente del Sa.Sol. Point di Tempio, attivissima in città e nell’intera Isola nell’ambito del volontariato. In sintesi, il progetto prevede la possibilità di inserire nella Rsa tempiese uomini e donne delle associazioni di volontariato e studenti di alcune scuole cittadine, già impiegati in altre circostanze in eventi, solitamente culturali o ludici. «L’obiettivo - scrive Maria Luisa Sari -, è quello di rendere più leggera la permanenza nella struttura, agli ospiti, alle loro famiglie e agli stessi operatori sanitari. Il volontariato cittadino ha già diverse associazioni che hanno come specificità statutaria il sostegno ai degenti ospedalieri, questa volta, su invito dell’amministrazione comunale, siamo chiamati a raccolta perché i volontari si facciano “portatori di serenità”, fornendo agli “specialissimi” ospiti della Rsa, ai loro parenti e agli operatori un sostegno morale concreto, con attività di intrattenimento, di compagnia e di animazione».
Un compito difficilissimo che, secondo il volontariato, vale la pena però di tentare. Nel corso dell’incontro, svoltosi nel palazzo comunale, da tutti è stata sottolineata la necessità assoluta che per assolvere al meglio l’eventuale compito in una struttura dove il confine fra la vita e la morte diventa impercettibile per mille ragioni, occorre formarsi e prepararsi con corsi adeguati e con una formazione seria che consapevolmente porterà i volontari che vorranno aderirvi a un approccio psicologico e operativo di contatto, necessario ad attenuare tabù e stereotipi che inducono a vedere la sofferenza e la morte come qualcosa da allontanare il più possibile, di cui addirittura non parlare, con cui non entrare in contatto. «In realtà - scrive Maria Luisa Sari -, come ci ha detto Monica Muretti, presidente dell’Associazione “Liberaschemi”, direttamente coinvolta come familiare nell’assistenza della propria madre, il volontario deve capire che i momenti tragici, come possono essere quelli del passaggio nella Rsa, costituiscono una parte della vita stessa e possono essere vissuti anche con qualche spunto di serenità». Alla collaborazione e alla realizzazione del progetto hanno dato la loro disponibilità, oltre le associazioni storiche del volontariato cittadino, anche i responsabili del Liceo Artistico Fabrizio De André, del Liceo Giovanni Maria Dettori e l’Istituto d’Istruzione Superiore Ferracciu Pes.