La Nuova Sardegna

Olbia

L’Unione dei Comuni: «Aspettiamo Moirano»

di Angelo Mavuli
L’Unione dei Comuni: «Aspettiamo Moirano»

Sindaci uniti e pronti a qualunque azione in difesa dell’ospedale Paolo Dettori «Il super manager venga a Tempio, così capirà cosa la riforma ha distrutto»

06 maggio 2018
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TEMPIO. Amministratori dell’alta Gallura mobilitati in difesa della Sanità. Né a farli desistere sono state le le parole del super manager dell’Ats Fulvioi Moirano «il quale in un’intervista a La Nuova - vanta risparmi di milioni di euro. Sottacendo però - dice subito Antonio Tirotto, sindaco di Aglientu e presidente dell’Unione dei Comuni Alta Gallura -, le cancellazioni di reparti, i disservizi arrecati o la recente chiusura del reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Paolo Dettori. Per l’incapacità o la volontà dei dirigenti di reperire medici sostitutivi. Moirano - prosegue Tirotto, (che, in veste di presidente, firma anche un comunicato dell’Unione dei Comuni Alta Gallura sulla Sanità in Gallura) -, esca dal suo fortino di Sassari e venga sul territorio per capire cosa la sua riforma ha distrutto».

Responsabilità. «Da Moirano - scrive ancora Antonio Tirotto -, vorremmo sapere se davvero intende assumersi le responsabilità non solo morali ma anche penali per lo sfascio della sanità sul nostro territorio. Uomo avvisato, mezzo salvato». A significare che gli amministratori, i pazienti e le popolazioni dell’alta Gallura, dell’Anglona, della Bassa Valle del Coghinas, di Trinità, Badesi, Sant’Antonio di Gallura e Palau, solo per ricordare alcune migliaia di persone che quotidianamente si rivolgono al Paolo Dettori, non si limiteranno solo a importanti e dure proteste di piazza, «ma andranno a reclamare il Diritto Costituzionale alla salute - dice Tirotto - nelle aule di Giustizia».

Unione dei Comuni. Il comunicato dell’Unione, invece, era scaturito venerdì, dopo una riunione del Consiglio di amministrazione che condivideva all’unanimità l’ordinanza sindacale di Biancareddu con cui si chiedeva l’immediata riapertura del reparto di Ostetricia e Ginecologia, chiuso dall’Ats Sardegna e dall’Assl di Olbia per mancanza di medici. «Perché in tutta l’isola - né Fulvio Moirano e né il direttore dell’Assl di Olbia Antonella Virdis -, erano riusciti a reperire tre medici disponibili». Biasimo dall’Unione anche per il ricorso al Tar dell’Ats Sardegna e dell’Assl di Olbia contro l’ordinanza di Biancareddu. «Come se si discutesse di un usucapione contestato - affermano dall’Unione -, e non della salute di migliaia di donne». Scontata nel documento anche la reiterazione della domanda all’Ats Sardegna e all’Assl di Olbia per l’immediata riapertura del reparto ancor prima del pronunciamento del Tar prevista, forse, per il 6 di giugno.

Moirano a Tempio. Per quanto concerne l’incontro con Moirano, Tirotto spiega che «il confronto è quanto mai necessario in quanto sulle spalle dei sindaci grava il peso delle gravi decisioni prese a tavolino senza conoscere le realtà territoriali. Nessuna riforma sanitaria - scrive infine il comunicato dell’Unione -, può essere attuata senza rispettare lo status quo. Il reparto di Ginecologia e Ostetricia c’era prima della riforma, funzionava bene ed era un punto di riferimento per il territorio. E’ anche presente nella riforma e deve essere garantito nella sua interezza».

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