La Nuova Sardegna

Olbia

Diga del Liscia super piena, riserve per almeno 2 anni

di Sebastiano Depperu
Diga del Liscia super piena, riserve per almeno 2 anni

Con 86 milioni di metri cubi lo stato di emergenza d’inizio estate è solo un ricordo. L’assessore Caria: «Tavolo idrico negli Stati generali dell’agricoltura dal 20 al 22»

17 settembre 2018
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LURAS. La diga del Liscia ha 86milioni di metri cubi di acqua. Ciò significa che almeno per questo inverno e per il 2019 si è scongiurato lo stato di emergenza. C'è acqua per almeno due anni, considerando che la richiesta che arriva al bacino è di 45milioni di metri cubi all'anno. In questo momento, a stagione turistica finita (o quasi) si tira un respiro di sollievo. La fetta maggiore di consumi, infatti, deriva dall'uso turistico, unito all'irrigazione (agricoltura e allevamento). Dalla nascita della diga (primi anni ’60) le esigenze e le richieste sono cambiate: da usi irrigui a turistici. «La diga è collaudata per 106milioni di metri cubi d'acqua – spiega l'assessore regionale all'agricoltura Pierluigi Caria – a fine stagione turistica abbiamo avuto sempre molta meno acqua negli ultimi anni. Possiamo, dunque, dire che ora non c'è la criticità e che ci sono riserve per almeno due anni anche se non dovesse piovere». Tornando indietro negli anni, il livello del Liscia, dopo la stagione turistica è variato molto. Nel 2014, per esempio si registravano bel 77milioni di metri cubi. Un lontano ricordo già l’anno dopo, quando di metri cubi ce n’erano circa 40. Annus horribilis nel 2016 con poco più di 30milioni di metri cubi. L’anno scorso, invece, una piccola ripresa: l’asticella contalitri si è infatti fermata a circa 42 milioni di metri cubi di acqua. In soli dodici mesi l'invaso del Liscia ha dentro di sé il doppio dei litri d'acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E a maggio, un po’ d'acqua è stata riversata a mare. Quali azioni potrebbero essere messe in campo dalla Regione per i bacini idrici? Lo spiega, sempre, l'assessore Caria. «Da tempo io dico che non si può pensare al problema dell’acqua solo quando c’è un’annata di siccità. Per cui va fatta una programmazione articolata, stiamo lavorando a questo. Il 20-22 settembre faremo gli stati generali dell'agricoltura a Cagliari e ci sarà anche un tavolo dedicato all'idrico a tutto tondo: non solo la risorsa ma anche il sistema organizzato così come è organizzato; e, soprattutto, l'auspicio di individuare percorsi e mettere a sistema le azioni migliori per garantire l'acqua a tutta la Sardegna. È in corso anche una mappatura regionale delle interconnessioni, dei progetti già finanziati e dell’ordine delle priorità». Accanto a questo si pensa anche a soluzioni alternative. «Se l’università ci continua a dire – aggiunge Caria – che gli eventi atmosferici porteranno minori precipitazioni, pensiamo a soluzioni alternative. Una di queste, in agricoltura, è l’utilizzo dei reflui. Per esempio c’è stato un finanziamento per il consorzio di bonifica della Gallura. Nel 2017, come assessorato abbiamo dato 30milioni di euro a tutti i consorzi di bonifica dove hanno l’obiettivo di fare reti irrigue laddove non ci sono e per innovazioni».

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