La Nuova Sardegna

Olbia

Accessi al mare, Wwf: «Un esproprio per tutelare Capo Testa»

Walkiria Baldinelli
Accessi al mare, Wwf: «Un esproprio per tutelare Capo Testa»

Santa Teresa, la presidente Donatella Bianchi interviene sul caso della passerella. Il Comune deve demolirla. «A rischio le dune, subito una delibera del Consiglio»

25 settembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SANTA TERESA. Espropriare i terreni. È la soluzione proposta dal Wwf Italia per bloccare lo smantellamento del percorso pedonale salva-dune sulla Rena di Ponente, che fiancheggia l'istmo di Capo Testa. «Il Consiglio comunale, ora, con una propria delibera deve stabilire il prevalente interesse pubblico dell’opera e quindi deliberarne l’acquisizione – dichiara la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi –. Con questo atto si interrompe l’esecuzione dell'ordinanza di abbattimento». La rimozione dei listoni di una delle passerelle è già iniziata. L'intervento privato è autorizzato dal tribunale, con un'ordinanza del 2013 diventata esecutiva tramite un ufficiale giudiziario cinque giorni fa. In assenza di un contratto di comodato d'uso per 25 anni dell'area, concordato con il proprietario, ma mai stipulato dal Comune, il giudice aveva ordinato all'ente locale il ripristino dei luoghi e, sempre a sue spese, anche la demolizione dell’opera pubblica, realizzata quasi dieci anni fa nel sito di interesse comunitario (Sic).

«Rimuovere una passerella che andrebbe poi comunque ricostruita non solo sarebbe una beffa per la tutela ambientale, ma anche per le casse pubbliche che dovrebbero pagare due volte per la stessa opera – afferma Donatella Bianchi –, fondamentale per proteggere un sistema naturale delicato, prezioso e fragile». L'area tra qualche giorno tornerà ad essere calpestabile. Il percorso in legno, costruito a cavallo delle precedenti legislature degli ex sindaco Piero Bardanzellu e Stefano Pisciottu, era inserito in un più ampio progetto di valorizzazione e tutela ambientale del territorio, finanziato con circa 2milioni 800mila euro.

«La passerella, infatti, è il più semplice ed efficace strumento di tutela delle dune – spiega la presidente nazionale –, poiché, impedendo il libero passaggio sulla sabbia, evita il formarsi di solchi che, poi, con piogge e vento, diventano veri e propri canaloni, in grado di compromettere la struttura della duna. Anche se costruita senza tutte le necessarie autorizzazioni la passerella in questione era stata realizzata per finalità ambientali per cui il magistrato che ne dispone la rimozione, per oggettivi motivi formali, al tempo stesso, indica nell'ordinanza la strada da seguire per salvarla dall’abbattimento laddove gli enti competenti dichiarano l’opera di interesse pubblico con una corretta procedura». L'unica soluzione proposta dall'associazione ambientalista nazionale dunque è quella di espropriare i terreni, attraverso una delibera di Consiglio comunale.

«È questa la strada che il Wwf invita a seguire con estrema attenzione dei termini onde evitare che la situazione si complichi ulteriormente – sottolinea la presidente –. È, inoltre, opportuno verificare se ci sono altre situazioni simili e affrontarle immediatamente per evitare il riproporsi di vicende che, seppur giuridicamente corrette, possano produrre effetti negativi sulla tutela ambientale».
 

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative