La Nuova Sardegna

Olbia

Fatti e misfatti della rete, strategie di prevenzione

di Paolo Ardovino
Fatti e misfatti della rete, strategie di prevenzione

Incontro organizzato da Comune e Osservatorio sulla dispersione scolastica: bullismo e cyberbullismo al centro del dibattito allargato anche alle famiglie

19 novembre 2018
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OLBIA. Dentro al mare magnum del web esistono fenomeni e situazioni delle quali spesso neanche ci si accorge, o che si ignorano: su queste hanno voluto far luce gli incontri organizzati dall'Osservatorio permanente sulla dispersione scolastica e dall'assessorato alla Pubblica istruzione di Olbia, che si sono svolti nei giorni scorsi presso la sala convegni dell'Expo, con interventi di Gianfranco Oppo (ricercatore e formatore Lariso) e di Giulio Oppo (pedagogista a indirizzo educativo), moderati da Andrea Bertucci dell'Opds.

Emblematico il titolo dei due appuntamenti: "Fatti e Misfatti della rete: manuale di sopravvivenza su come non rimanere impigliati". Al centro il cyberbullismo, fenomeno sempre di grande attualità - proprio in questi giorni Papa Francesco ha annunciato la nascita di un osservatorio nazionale sul cyberbullismo - e presente tra i giovani che frequentano assiduamente il web.

«Da tempo, come amministrazione comunale, portiamo avanti incontri e progetti con le scuole su questo tema - conferma l'assessore alla pubblica istruzione Sabrina Serra -, con questi ultimi appuntamenti ci siamo voluti rivolgere soprattutto ai genitori. La presenza della famiglia, infatti, è fondamentale specie in ottica di prevenzione. La rete lascia molta libertà e dietro la tastiera ci si sente appunto liberi, ma da lì si può veramenterovinare la vita di una persona».

La sensazione è che il cyberbullismo non sia altro che l'evoluzione degli episodi di bullismo. E i corridoi delle scuole, da sempre, ne sono stati l'habitat naturale. «In alcuni casi bisogna affacciarsi anche ai primi anni delle elementari. Già a quelle età ci accorgiamo che la parola "bullismo" la conoscono - commenta ancora Sabrina Serra -, spesso è la mancanza di autostima che porta a determinate azioni, e mi riferisco anche a fenomeni come la blue whale».

A Olbia, però, non è emergenza- «Non siamo a conoscenza di casi eclatanti, le denunce raccolta finora sono poche, ma agli incontri organizzati - chiude l’assessora - sono in tanti ad alzare la mano quando si parla di cyberbullismo».

Un punto di vista ancora più interno arriva da Rosalba Mura, docente e referente del cyberbullismo presso l'Istituto comprensivo di Olbia. «Già dall'età della scuola dell'obbligo assistiamo ad un uso a volte improprio del digitale. Parliamo sì di nativi digitali ma che si dimostrano anche inconsapevoli delle conseguenze che certe azioni possono portare - sostiene la docente -. Da parte nostra, come scuola, abbiamo sentito da diversi anni l'esigenza di conoscere il fenomeno e dotarci di strumenti per monitorarlo e regolamentarlo, attraverso le indicazioni del Miur con il progetto "Generazioni connesse", disciplinando ad esempio l'utilizzo delle nuove tecnologie all'interno dell'istituto e monitorando attraverso questionari rivolti alla classe a partire dalla scuola primaria».

L'attenzione, quindi, non è da rivolgere all'internet in sé ma soprattutto a chi ne fa uso. Troppo spesso improprio.

«Ritengo importantissimo il ruolo ricoperto della scuola che deve cercare di sviluppare nei ragazzi una consapevolezza sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, anche se quest'ultimo è molto meno riconoscibile e di difficile gestione», chiosa la professoressa Rosalba Mura.

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