La Nuova Sardegna

Olbia

Quasi 3mila maglioni alla Caritas la finanza tende la mano ai poveri

Quasi 3mila maglioni alla Caritas la finanza tende la mano ai poveri

Le fiamme gialle donano gli articoli in finto cashmere sequestrati in un negozio del centro città I volontari distribuiranno i capi di abbigliamento ai bisognosi. Presto nuove azioni di beneficenza  

23 novembre 2018
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OLBIA. I maglioni sequestrati non finiscono al macero. La guardia di finanza il dona ai più poveri. Per l’esattezza, ieri le fiamme gialle hanno donato un qualcosa come 2mila e 700 pezzi tra maglioni e altri capi d’abbigliamento. Tutto finisce nei magazzini della Caritas di Olbia, che adesso penserà alla distribuzione tra le persone in difficoltà. Gli articoli sono il frutto di un maxi sequestro messo a segno lo scorso ottobre dalla guardia di finanza del gruppo di Olbia, coordinata dal maggiore Marco Salvagno. In un negozio che si affaccia su una delle vie principali della città, gestito da un cittadino di origine pachistana, erano stati sequestrati in tutto 13mila capi che nell’etichetta presentavano l’indicazione «Pure cashmere 100 %», mentre in realtà erano composti prevalentemente da acrilico e poliammide, come accertato dalle accurate analisi dal laboratorio chimico specializzato. Alla donazione hanno partecipato il comandante provinciale della guardia di finanza Giuseppe Cavallaro, il maggiore Marco Salvagno, il vescovo della diocesi di Tempio-Ampurias Sebastiano Sanguinetti, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi e il sindaco di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino. «Le fiamme gialle olbiesi, in accordo con la Procura, hanno individuato nella Caritas cittadina l’ente a cui consegnare la merce per la successiva distribuzione a famiglie bisognose, considerato che dagli articoli in questione è stato possibile asportare la falsa etichettatura – spiegano dalla guardia di finanza –. Il sequestro operato a ottobre è stato effettuato a seguito delle analisi pervenute dal laboratorio BuzziLab di Prato che ha evidenziato e confermato il reato ipotizzato. Vale a dire la messa in commercio di capi abbigliamento in viscosa e polyammide dichiarati quali cashmere e mohair». La frode scoperta è di particolare rilievo perché rappresenta un danno non solo per gli acquirenti ma anche per gli «operatori commerciali onesti che risentono in maniera significativa di forme di concorrenza sleale». Nelle prossime settimane la guardia di finanza donerà altra merce sequestrata nel corso dell’anno. Sempre durante l’anno sono stati già devoluti 15mila capi di abbigliamento. (d.b.)

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