La Nuova Sardegna

OLBIA. I venti di rivolta soffiano ancora più forti. Il comitato di Murta Maria ha chiamato la frazione a raccolta e ha lanciato una nuova sfida: una manifestazione con tutte le forze politiche per chiedere la chiusura della discarica di Spiritu Santu. L’assemblea convocata dal comitato dei cittadini ha radunato più di cento persone. Una partecipazione che la dice lunga sul livello di rabbia raggiunto da chi da anni è costretto a convivere con i miasmi di una discarica. «Noi lo diciamo da anni: quell’impianto deve essere chiuso – attacca Corrado Varrucciu, il presidente del comitato di frazione –. Il numero dei decessi per malattie tumorali a Murta Maria è più alto della media e la gente sta continuando ad ammalarsi. Ora, dopo quello che è successo, voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di accusarci di creare allarmismo». Poi la proposta ai rappresentanti politici presenti in sala: «Se avete a cuore le sorti Murta Maria, andate oltre gli schieramenti e organizziamo una manifestazione pubblica per chiedere la chiusura». Infine un attacco al sindaco Settimo Nizzi: «Deve tutelare di più i suoi cittadini». In sala, tanti abitanti della frazione e tanti politici. Assente però l’amministrazione comunale. In prima fila il leader di Unidos Mauro Pili, che è stato il primo a sollevare il caso dei camion campani. Poi l’ex deputato Pd Gian Piero Scanu, la consigliera comunale M5s Teresa Piccinnu, i consiglieri della Coalizione civica Rino Piccinnu, Gianluca Corda, Ivana Russu e Antonio Loriga e il coordinatore del PdS Giuseppe Grillo. Presente anche il deputato M5s Alberto Manca, che insieme al collega Nardo Marino aveva già annunciato di aver sollecitato l’intervento del ministero dell’Ambiente: «Le notizie in nostro possesso non sono confortanti. Abbiamo riscontrato una serie di irregolarità amministrative nei documenti di trasporti dei fanghi». (d.b.)