La Nuova Sardegna

Olbia

Ztl di Olbia, dall’Accademia della Crusca dubbi sul significato di “varco attivo”

di Paolo Ardovino ; w
Ztl di Olbia, dall’Accademia della Crusca dubbi sul significato di “varco attivo”

I linguisti rispondono ai dubbi di un docente del “Gramsci”. «Una dizione troppo ellittica, l’avviso deve essere diretto»

17 dicembre 2018
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OLBIA. Tante volte è capitato, nei mesi scorsi, di sentire discussioni a riguardo. In fondo, "varco" è pur sempre sinonimo di "accesso", di "passaggio", e se nel cartello c'è scritto che è "attivo", di sicuro vorrà dire che è possibile passare, no? E via con le (tante) multe. La questione della zona a traffico limitato istituita dall'amministrazione comunale al centro storico, prima per alcune ore e poi per tutto il giorno, ha regalato fior fior di dibattiti. E contravvenzioni.

La parola ai linguisti. Lasettimana scorsa si sono persino presentati avvocati e giudici, scortati dalla polizia locale, a fare controlli in lungo e in largo per le vie del centro. Ma dal banco degli imputati, la faccenda è passata sui banchi di scuola ed è arrivata sino alle porte dell'Accademia della Crusca. Proprio così: l'idea è di un docente del liceo classico linguistico Gramsci, il professore di storia e filosofia Pasquale Busio. Questa dicitura sarà giusta o no? Qualche giorno fa pone il quesito direttamente alla redazione di consulenza linguistica della Crusca. La risposta arriva dopo poche ore, e fa riferimento a un articolo che la stessa accademia fu costretta a redigere qualche anno fa in risposta a continue lamentele. «Il messaggio incriminato è "varco attivo" e il suo corrispondente opposto "varco non attivo". Con questa dizione si è inteso sintetizzare lo stato di ciascun varco elettronico di ingresso alla Ztl, con riferimento al controllo, attivo o non attivo, della telecamera. Una dizione eccessivamente ellittica dal punto di vista linguistico - si legge nell'articolo della Crusca -, che presuppone che tutti conoscano bene il funzionamento della Ztl e delle telecamere messe ai varchi: non sono infatti i varchi, cioè i "passaggi" a essere attivi o non attivi (eventualmente si sarebbero potuti definire come "aperti" o "chiusi"), ma gli strumenti di controllo dei varchi stessi». Viene citato il caso di Roma, che adottò questo sistema già dal 2007 e che, per andare incontro ai suoi abitanti, spiegò sul proprio sito la sua funzionalità. «Ma è anche vero - continua l'articolo -, che l'avviso pubblico dovrebbe proprio svolgere la funzione di comunicare direttamente, senza implicare ulteriori approfondimenti da parte del cittadino».

Parola d’ordine: chiarezza. «Forse anche in seguito alle proteste dei cittadini e agli inevitabili fraintendimenti, alcuni comuni hanno modificato i messaggi di segnalazione degli ingressi alla Ztl controllati elettronicamente. «Si parla di cartelloni aggiuntivi, luci verdi e rosse, o semplici "accesso libero"». Colpisce che gli episodi e lo stesso articolo risalgano ad anni fa, e che l'esempio di diverse città finite nel ciclone-Ztl - vengono citate Ravenna, Bergamo, Brescia, Genova, Milano - non sia servito. «Dopo tempo che ci pensavo senza avere tempo di farlo, ho scritto per farmi aiutare nell'interpretazione di quel curioso segnale - commenta infine il professor Busio - che a me è costato solo una multa, a molti altri ben di più. Pensavo di essere originale, invece la questione era già stata posta e sarebbe dovuta essere risolta da almeno otto anni». Forse basta solo trovare la parola giusta.

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