La Nuova Sardegna

Olbia

Nonnismo alla Maddalena sei indagati dalla Procura

di Tiziana Simula
Nonnismo alla Maddalena sei indagati dalla Procura

Il caso denunciato da un’allieva della scuola sottufficiali della Marina militare Torturata dai superiori che le sfilavano un anello con tronchesine e seghetto

07 novembre 2019
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LA MADDALENA. Per due ore avevano cercato di sfilarle un anello dal dito armati di seghetto da falegname, tronchesina e fermacarte, tenendola bloccata sulla sedia, mentre lei piangeva disperata per il dolore e implorava loro di fermarsi chiedendo di poter andare al pronto soccorso per farsi medicare. Un caso di nonnismo che aveva provocato mesi fa un terremoto nella scuola sottufficiali della marina militare della Maddalena, dove un’allieva 28enne di Bari – imbarcata subito dopo i fatti sulla nave scuola Amerigo Vespucci – aveva denunciato di essere stata torturata dal capitano di corvetta e altri superiori per essere liberata da un anello che non voleva uscire dal suo dito. Per quel fatto – esploso sulle cronache nazionali e condannato anche dall’allora ministro della Difesa Elisabetta Trenta che aveva espresso vicinanza alla marinaia – ora ci sono sei indagati. La Procura di Tempio che aveva aperto un fascicolo sulla vicenda – sulla quale indagano anche la Procura militare e la Marina – ha chiuso l’inchiesta e notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a sei persone: cinque sono ritenute responsabili, in concorso tra loro, di aver sottoposto a sevizie per circa due ore l’allieva nel tentativo di sfilarle l’anello con strumenti non adatti e nonostante le sue richieste di fermarsi, con l’aggravante di aver commesso il fatto con abuso di potere. Il capitano di corvetta Giovanni Vacca, i marescialli Catello Di Martino ed Emanuele Palagiano, il 2° capo scelto Salvatore Spanu e il sottocapo Salvatore Arena devono rispondere di lesioni personali, violenza privata e violenza contro un inferiore, mentre al comandante pro tempore della scuola sottufficiali, Domenico Usai, la Procura contesta l’omessa denuncia di reato. Stando alle accuse avrebbe riferito all’autorità giudiziaria il fatto solo dopo la querela della marinaia pur essendone a conoscenza fin da subito.

L’episodio di nonnismo risale all’ottobre 2018, uno scandalo rimasto sepolto tra le scartoffie della scuola sottufficiali della marina militare della Maddalena fino al febbraio scorso, quando era esploso il caso. «Mi sembrava di essere la protagonista di un film horror», aveva denunciato l’allieva. Dopo l’episodio, lei era stata imbarcata sulla Vespucci e il capitano di corvetta destinato a un nuovo incarico.

Stando alle accuse del procuratore Gregorio Capasso, la giovane sarebbe stata costretta a subire sofferenze allucinanti dai suoi superiori che le avevano impedito di andare in ospedale. Il capitano di corvetta l’avrebbe fatta sedere su una sedia del proprio ufficio e facendosi aiutare da Di Martino e Palagiano, avrebbe armeggiato a lungo con seghetto, tronchesina e fermacarte cercando di spezzare l’anello che la giovane aveva nel pollice destro, col contributo anche di Spanu che aveva portato la cassetta degli attrezzi e di Arena che versava l’acqua sul dito. Un incubo durato due ore.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Brunilda Sanna Mucaj del Foro di Tempio (d’ufficio), Eduardo Boursier Niutta, Massimo De Martinis e Addesi, tutti e tre del Foro di Roma.

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