La Nuova Sardegna

Olbia

Sei anni dopo il Ciclone Cleopatra: il giorno del ricordo e del dolore

Tiziana Simula
Un'immagine della fiaccolata dello scorso anno
Un'immagine della fiaccolata dello scorso anno

Oggi le celebrazioni in memoria delle vittime dell'alluvione del 2013 a Olbia, Arzachena e Monte Pinu

18 novembre 2019
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OLBIA. Oggi è il giorno del ricordo. La città non dimentica i suoi morti e quella tragedia che sconvolse tutta la comunità olbiese. Nel buio della sera sarà ricordato chi nel fango ha perso la vita. Nel sesto anniversario dell’alluvione che ha colpito Olbia e la Sardegna, alcune delle strade più devastate dal passaggio del ciclone Cleopatra saranno attraversate da un silenzioso corteo per ricordare madri, padri, bambini e anziani che quella notte d’inferno furono travolti dalla piena, chi mentre in auto cercava di rientrare a casa, e chi ha trovato la morte proprio nella sua casa, trasformata in una tomba dal ciclone Cleopatra.

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In quel tragico 18 novembre di sei anni fa morirono in città sei persone, tra cui due bambini: la piccola Morgana Giagoni di 22 mesi e la mamma Patrizia Corona di 42 anni, la cui auto sulla quale viaggiavano finì nel canale in via Belgio; Francesco Mazzoccu, 37 anni e il piccolo Enrico di 4 anni rimasti uccisi dalla piena a Raica, Anna Ragnedda di 83 anni, morta nella sua casa di via Lazio (era allettata), Maria Massa, 88 anni, nella sua abitazione in via Romania.

Altre quattro persone, un’intera famiglia italo brasiliana, Isael Passoni, Cleide Mara Rodriguez, Weriston Isael Passoni e Leine Kellen Passoni, padre, madre e due figli, morirono in un seminterrato di Li Mulini, nelle campagna di Arzachena.

E mentre il nubifragio listava a lutto la Gallura, una voragine si apriva sulla provinciale 38, ingoiando le vite di Bruno Fiore, della moglie Sebastiana Brundu e della consuocera Maria Loriga. Un salto nel vuoto, tra fango e disperazione, dove rimase gravemente ferita anche Veronica Gelsomino, unica sopravvissuta a quella tragedia. Tredici in tutto le vittime in Gallura.

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