La Nuova Sardegna

Olbia

Scuola-lavoro, venti studenti a Malta

Scuola-lavoro, venti studenti a Malta

L’esperienza degli alunni che frequentano le sedi di Olbia e Tempio del De André

30 novembre 2019
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TEMPIO. Una volta si chiamava “alternanza scuola/lavoro”, ora si usa un acronimo un po’ più complicato, Pcto, che indica i percorsi per le competenze trasversali per l’orientamento. La sostanza è sempre la stessa, perché si tratta di coniugare quanto si apprende a scuola in una dimensione, il lavoro e il mondo professionale, che con la scuola dovrebbe interfacciarsi strettamente. Di tutto ciò hanno fatto esperienza venti ragazzi del Liceo “De André frequentanti le 2 sedi di Tempio e Olbia, rientrati da pochi giorni da un lungo soggiorno di formazione a Malta. Solo da qualche giorno hanno ripreso le lezioni curricolari, visto che sono stati impegnati a Malta per 43 giorni. Il progetto che li ha coinvolti s’intitola “Erasmus Vet, Digital Skills in Cultural Heritage” ed è stato realizzato grazie alla collaborazione con “Mine Vaganti”, associazione che promuove la mobilità europea e la cittadinanza attiva attraverso progetti di intercultura, in partenariato con l’Istituto Fermi di Nuoro e la Scuola Pitagora di Sassari. Accompagnati da uno dei loro docenti, la professoressa Michela Masu, gli studenti hanno sperimentato e fatto pratica dell’uso della lingua inglese in un contesto lavorativo.

Sono stati accolti in aziende prestigiose del settore grafico, design, marketing e anche all’interno del museo nazionale archeologico. Tutti hanno dimostrato impegno e serietà di fronte a momenti e impegni non sempre facili, acquisendo un metodo di lavoro del tutto nuovo e affinando tecniche apprese nel corso della classica didattica curricolare. È stata un’esperienza che, come dicono in coro gli studenti (18 ragazze e 2 ragazzi), rimarrà indimenticabile. Si sono fatti apprezzare a tal punto che qualche azienda ha proposto ad alcuni di loro di replicare l’esperienza la prossima stagione estiva. «Nonostante l’ansia per la responsabilità della vigilanza su venti ragazzi mi abbia accompagnato per l’intero periodo - dichiara la professoressa Masu - mi sono affiancata a loro supportandoli in ogni aspetto dell’esperienza; abbiamo così condiviso un Erasmus strutturato per lo sviluppo di diverse competenze. Il distacco da scuola e famiglia ha permesso loro di affrontare problematiche fino a quel momento sconosciute. È stato sicuramente un altro modo di far scuola che tutti i ragazzi della loro età (17/18 anni) dovrebbero sperimentare per la crescita scolastica e personale». (g.pu.)

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