La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia porta della Sardegna: transitati da porto e aeroporto sei milioni di passeggeri

Dario Budroni
Passeggeri in fila al check in nell'aeroporto di Olbia
Passeggeri in fila al check in nell'aeroporto di Olbia

La "porta di accesso" all'isola continua a funzionare bene. Al Costa Smeralda leggera flessione nel traffico nazionale

01 dicembre 2019
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OLBIA. La porta dell’isola non si chiude. Olbia si conferma terra di sbarco privilegiata. Il porto dell’Isola Bianca, il primo in Italia per numero di passeggeri, continua a fare la parte del leone. L’aeroporto Costa Smeralda non smette di registrare numeri importanti. Anche se quest’anno, per la prima volta, si assiste un leggerissimo calo. Non del numero dei passeggeri internazionali, che anzi continuano ad aumentare, ma del numero dei passeggeri nazionali. Il motivo è molto semplice: il caos della continuità territoriale e il balletto Air Italy-Alitalia, come era prevedibile, ha scoraggiato il traffico sulle rotte per Roma e Milano. In generale in Gallura, tra porti e aeroporto, nei primi mesi del 2019 sono transitate 5 milioni e 898mila persone.

L’aeroporto. Il Meeting di Olbia, organizzato dall’associazione Una scuola sarda, è l’appuntamento annuale che tira le somme della stagione turistica. Ci ha pensato come sempre il docente universitario Carlo Marcetti, direttore scientifico del convegno di ieri all’Expo, a fornire numeri e dati. Nel periodo gennaio-settembre 2019, l’aeroporto ha perso lo 0,4% dei passeggeri totali. Il mercato nazionale è infatti calato del 3,9%, mentre quello internazionale è aumentato del 2,8, con un totale pari al 53,7. «Le incertezze sulla continuità territoriale ci dicono che se Olbia cresce mirabilmente sull’estero, la stessa cosa non accade sui collegamenti interni» spiega Carlo Marcetti. Alla fine dell’anno il numero dei passeggeri dovrebbe comunque sfiorare i 3 milioni, quasi il doppio di 10 anni fa. A livello regionale, il 50% del traffico è gestito da Cagliari, mentre a Olbia va il 35 e ad Alghero il 15. Lo scalo olbiese, gestito dalla Geasar, è però il più internazionale dell’isola, visto che da solo muove il 49% del traffico straniero. Invece Cagliari resta il più forte sugli sbarchi e sui decolli nazionali (57%).


Il porto. L’Isola Bianca, dopo un improvviso stop nel 2017, ha ripreso quota. Bene il 2018 e lo stesso discorso vale per i primi nove mesi del 2019, che si sono chiusi con il segno più. Da solo il porto di Olbia muove il 57% del traffico passeggeri regionale, seguito da Porto Torres (20%), Golfo Aranci (12%), Cagliari (6%) e Santa Teresa (5%). I passeggeri transitati a Olbia fino a settembre sono stati poco meno di 3 milioni. In crescita rispetto agli ultimi anni, ma molto meno rispetto al periodo pre-crisi, quando si superavano tranquillamente i 3 milioni.


L’extralberghiero. Il docente Carlo Marcetti si è anche soffermato sull’offerta ricettiva. «C’è da registrare il forte incremento del settore extralberghiero – spiega lo studioso -. La composizione più importante è giocata da campeggi, alloggi dati in affitto, b&b e agriturismi. L’extralberghiero quindi cresce, fattore che permette un certo turismo anche nei piccoli centri».


Il meeting. Il convegno dal titolo «Pensare e ripensare il turismo», è stato l’evento clou del Meeting di Olbia, giunto alla 13esima edizione e promosso come sempre da Una scuola sarda di Nuccio Merone. All’Expo sono intervenuti numerosi relatori: l’assessore comunale alla Cultura Sabrina Serra, Roberto Rassu della Banca d’Italia, il dirigente scolastico del Panedda Gianni Mutzu, il direttore della Marina di Porto Cervo Carmine Sanna, la docente Francesca Palmas, gli imprenditori Antonio Barabino e Daniela Ciboddo, l’economista Nando Buffoni, Giulia Eremita di Aperiturismo e l’operatore commerciale Gianni Sanna.
A chiudere l’incontro gli assessori regionali al Bilancio e all’Urbanistica, Giuseppe Fasolino e Quirico Sanna, e il noto pubblicitario Gavino Sanna.

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