La Nuova Sardegna

Olbia

Il livello del mare fa paura: anche Olbia zona a rischio

Giandomenico Mele
Il livello del mare fa paura: anche Olbia zona a rischio

L’allarme lanciato dalle proiezioni della mappa interattiva “Climate central”. Se la temperatura sale di 3 gradi parte del centro storico può finire sott’acqua

11 dicembre 2019
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OLBIA. Olbia come Amsterdam. Un mese dopo l’anniversario della tragica alluvione del 18 novembre 2013, l’allarme per l’innalzamento del livello del mare torna di stretta attualità. Il disastro di Venezia, con la laguna spinta dall’alta marea ad altezze che non si ricordavano da più di 50 anni, rappresenta l’estremo di un fenomeno che va affrontato. Olbia, davanti a un piano di salvaguardia dal rischio idrogeologico incagliato nello scontro tra idee e progetti contrapposti, deve fare i conti con un futuro che fa ancora più paura.

Innalzamento del livello dei mari, ecco cosa succede se sale la temperatura. Per Olbia tre gradi in più vorrebbero dire un innalzamento del livello del mare che affogherebbe tutto l’attuale centro storico. Via Principe Umberto e via Genova, per esempio, verrebbero invase dall’acqua. È quanto emerge dalle simulazioni fornite dalla mappa interattiva di Climate central, che studia gli scenari del prossimo futuro.

Il sito Climate central, partendo dal recente studio pubblicato che ha evidenziato come nel 2050 saranno 300 milioni le persone che nel mondo vivranno in zone a rischio, ha elaborato una mappa interattiva in cui si può osservare l’effetto del rialzo del livello dell’acqua e le sue conseguenze: in pratica quali zone finiranno a mollo. L’analisi è stata compiuta tenendo in considerazione indicatori diversi che portano a scenari differenti, ma sempre allarmanti. Si parte dai limiti di temperatura da non oltrepassare indicati dall’Accordo di Parigi sul clima.

Quanto accaduto a Venezia sarebbe solo un drammatico antipasto delle conseguenze del progressivo innalzamento del livello del mare, che ha tra le sue cause il cambiamento climatico. Secondo le proiezioni dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) pubblicato su Nature scientific reports già nel 2015 e recentemente confermato, per effetto del cambiamento climatico migliaia di ettari di territorio nazionale potrebbero essere sommersi dal mare. Secondo le proiezioni realizzate dai ricercatori Enea, sono 33 le aree costiere ad alta vulnerabilità in tutta Italia che rischiano di essere inondate. Allarme che riguarda anche Olbia, dove l'innalzamento potrebbe oscillare tra 1,025 e 2,025 metri.

Che sia provocato da cause umane (per l’immissione dei gas serra nell’atmosfera, come sostiene il 99% dei climatologi) oppure no, l’innalzamento delle temperature a partire dal 1800 è un dato di fatto. La prima conseguenza è lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacci continentali. Soprattutto le prime, in Groenlandia e in Antartide, hanno già provocato l’innalzamento globale del livello medio dei mari di circa 20 centimetri a partire dal 1880 e il tasso è in rapido aumento fino ad arrivare a 1 metro entro la fine del secolo .

Il grafico di simulazione sulla situazione di Olbia mappato da Climate central è stato impostato su parametri relativi all’aumento di temperature di circa 3,5 gradi nei prossimi 50/80 anni, ma si potrebbe pure far riferimento alla maggiore o minore capacità di riduzione delle emissioni di CO2 e con prospettive temporali diverse: anno 2050 oppure anno 2100. L’Italia risulta uno dei Paesi più interessati. L’intesa raggiunta nel 2015 imponeva di non superare i 2 gradi di aumento di temperatura nel 2100 rispetto ai livelli preindustriali, pena gravi conseguenze ambientali. L’anno scorso l’Ipcc (agenzia Onu sui cambiamenti climatici) aveva indicato che per rispettare gli impegni assunti le emissioni di gas serra dovrebbero calare del 50% entro il 2030.

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