La Nuova Sardegna

Olbia

La giustizia lumaca sotto la lente dell’Eurispes

La giustizia lumaca sotto la lente dell’Eurispes

Illustrata l’indagine realizzata con l’Unione camere penali: esaminati 32 tribunali e 14mila processi

13 dicembre 2019
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TEMPIO. C’è verità più trasparente di quella dei numeri? Forse no. I numeri dicono sempre (o spesso) la verità, e quelli che fotografano lo stato del tribunale di Tempio sono difficilmente contestabili. I numeri in questione sono quelli del convegno organizzato dalla sede regionale dell’Eurispes per rendere pubblici i risultati di un’indagine su un campione di 32 tribunali italiani, tre dei quali sardi. Tra questi, anche Tempio. Al centro del confronto, alimentato dalle relazioni di Gerolamo Balata (direttore regionale Eurispes), Giovanni Azzena (presidente della Camera Penale della Gallura) e Domenico Putzolu (membro della Giunta dell’Unione delle Camere penali italiane), è stata posta la questione della lunghezza dei processi. L’importanza del tema ha richiamato tanti avvocati e addetti ai lavori. Tutti interessati a saperne di più sull’indagine realizzata da Eurispes in collaborazione con l’Ucpi. «Un’indagine – ha detto Balata, dopo i saluti del vicesindaco Gianni Addis – condotta con criteri scientifici su un campione altamente rappresentativo». La ricerca, che ha consentito di monitorare lo stato di quasi 14mila processi, spezza una lancia in favore degli avvocati, dimostrando come i tempi di una giustizia non siano da riferire alle loro strategie difensive. Un luogo comune, questo, anche per Giovanni Azzena, che ha fatto presente come la ricerca dell’Eurispes faccia finalmente luce sulle ragioni e sulle responsabilità dell’irragionevole lunghezza dei processi. I tempi lunghi possono compromettere la qualità del processo e nuocere non solo agli imputati, ma anche alle vittime, che vedrebbero così sfuggire il diritto di veder affidati a sentenza definitiva gli autori accertati dei reati che hanno subito. «In più – ha affermato Domenico Putzolu – si configura una violazione flagrante del diritto all’oblio e si fa del processo una strana macchina del tempo, perché è frequente uno sfasamento temporale tra l'esecuzione del reato e l’emissione della pena».

Interessanti curiosità sui processi di competenza del tribunale di Tempio sono emerse dalla relazione dell’avvocato Azzena. «Abbiamo monitorato il nostro tribunale per un’intera settimana. È risultato che tutti gli imputati erano liberi e di sesso maschile. Il 64% dei procedimenti coinvolgevano italiani, quasi tutti si riferivano a un solo imputato e molti riguardavano reati contro il patrimonio». Un dato per così dire virtuoso e superiore alla media nazionale caratterizzerebbe il tribunale di Tempio: il 77% degli imputati è assistito da un difensore di fiducia, anche se è vero che è raro che gli imputati assistano a tutte le sedute dei processi. Ma questo è un dato che Tempio condivide con il resto del Paese e che la dice lunga sulla fiducia nei tempi di attesa della giustizia. (g.pu.)

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