La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi: «Entro l’estate pronti il lungomare e la nuova piazza»

di Serena Lullia
Nizzi: «Entro l’estate pronti il lungomare e la nuova piazza»

Il sindaco si impegna a consegnare l’opera nei tempi previsti L’amministrazione valuta la demolizione dell’ex alberghiero

03 gennaio 2020
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OLBIA. Affila il forbicione per il taglio del nastro del lungomare di via Redipuglia. L’impegno del sindaco Settimo Nizzi è aprire la prima porzione del waterfront riqualificato entro l’estate. Piazza compresa. Il primo cittadino lavora per dare alla città il suo nuovo salotto sul mare in tempo per la stagione turistica. I lavori procedono sotto gli occhi dei cittadini. Prende forma la passeggiata di legno sull’acqua e in contemporanea, sul lato opposto, si intravedono i lineamenti della nuova piazza. «Buona parte del waterfront verrà consegnato entro l’estate – garantisce il sindaco Nizzi –. Parliamo della piazza e di tutta via Redipuglia. Stiamo puntando a rispettare la scadenza e vigiliamo sui lavori in corso».

Ma nei prossimi mesi l’amministrazione Nizzi sarà chiamata a valutare anche un altro tassello del progetto di riqualificazione del lungomare fino a Poltu Quadu. Nei prossimi giorni sarà inaugurata la nuova aula consiliare nell’ex Scolastico, in via Garibaldi. Un taglio del nastro che segna la fine delle riunioni del Consiglio nel palazzo di Poltu Quadu. L’edificio ormai decadente continuerà a ospitare il comando della Polizia locale e l’ufficio di Abbanoa. Ma anche per loro i tempi sembrano maturi per il trasloco in una sede più dignitosa. Nizzi non ha ancora deciso il destino dell’ex alberghiero. Innegabile che l’immobile con vista sui fenicotteri, agli evidenti problemi strutturali aggiunga una indubbia bruttezza architettonica. «Si possono fare tante cose – commenta il primo cittadino –. Con l’avanzamento dell’Iti e con il parco marino della peschiera si penserà di fare la cosa giusta anche per l’ex alberghiero. Bisognerà valutare le posizioni del Comune, della Regione ma anche il pensiero della comunità. Una struttura di quel genere, così vicina al mare, subisce tutti i problemi legati al disfacimento del calcestruzzi e del ferro. Un immobile che ha anche una età avanzata, parliamo di 50 anni. Penso che la cosa migliore possa essere una demolizione e una riedificazione, magari con un progetto misto pubblico-privato».

Cresce tra la gente il pensiero che all’eventuale abbattimento dell’immobile non debba seguire la ricostruzione. Con la demolizione si restituirebbe alla città un angolo di rara bellezza, depurato da una colata di cemento funzionale ai tempi della sua realizzazione ma oggi un pugno nell’occhio difficile da accettare. «Per adesso questi sono solo pensieri – conclude Nizzi –. Si deve fare poi i conti con le risorse economiche disponibili».

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