La Nuova Sardegna

Olbia

il processo 

Fatture false e frode fiscale, assolti due imprenditori galluresi

Fatture false e frode fiscale, assolti due imprenditori galluresi

OLBIA. Un regalo di A.M.al figlio e al nipote ha causato un mare di guai ai due giovani imprenditori galluresi che solo ieri sono stati assolti dal tribunale di Sassari dalla grave accusa di aver...

24 gennaio 2020
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OLBIA. Un regalo di A.M.al figlio e al nipote ha causato un mare di guai ai due giovani imprenditori galluresi che solo ieri sono stati assolti dal tribunale di Sassari dalla grave accusa di aver evaso le imposte sui redditi e l'Iva mediante utilizzo di fatture false, reato per il quale sono previsti sino a 8 anni di reclusione.

La vicenda risale al 2006, quando un presunto imprenditore laziale, Renato Orsini, propone ad A.M., titolare di un rimessaggio in un centro dell’hinterland di Olbia, di realizzare una serie di lavori. Costo dei materiali e mano d'opera da pagare in piccole rate nell'arco di 3 o 4 anni. Lo stesso Orsini aveva proposto anche la fornitura di una partita di lastre di marmo per il laboratorio appena avviato dal figlio e dal nipote di A.M. Materiali da pagare sempre con “comode rate”. Al momento della consegna A. M. faceva presente al figlio e al nipote che si trattava di un “regalo” e che avrebbe provveduto personalmente a regolare il pagamento (20mila euro). Nel 2011 A.M. finisce di pagare i materiali e Orsini consegna una fattura, ma da quella data in poi l'imprenditore si rende irreperibile. Negli anni seguenti le fatture relative ai lavori e alla fornitura dei materiali lapidei sono oggetto di verifiche da parte dell'Ufficio delle entrate e gli ispettori accertano che sono state emesse da società non più operative o addirittura inesistenti. Così denunciano A.M., il figlio G.M. e il nipote M. A., alla Procura della Repubblica per aver utilizzato fatture false per frodare il fisco. Nel corso del processo in tribunale i difensori dei due giovani, gli avvocati Enrico Cossu e Gianpaolo Galleri, del Foro di Sassari, hanno dimostrato l'assoluta buona fede dei due imputati, anche perché A.M., dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia, aveva presentato denuncia per truffa alla guardia di finanza di Olbia, con richiesta di accertare le connessioni tra il sedicente imprenditore laziale e gli amministratori delle società che avevano emesso le fatture fasulle.



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