La Nuova Sardegna

Olbia

tribunale di tempio 

L’inchiesta del Csm: «È una giustizia da terzo mondo»

TEMPIO. Il giudizio è di quelli che non lasciano spazio a interpretazioni bonarie, anche se l’esito della visita dei commissari del Csm al palazzo di giustizia di Tempio potevano essere attesi. «A...

25 gennaio 2020
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TEMPIO. Il giudizio è di quelli che non lasciano spazio a interpretazioni bonarie, anche se l’esito della visita dei commissari del Csm al palazzo di giustizia di Tempio potevano essere attesi. «A Tempio Pausania condizioni da giustizia del terzo mondo». È questo il bilancio della visita di due giorni, conclusa ieri e condotta negli uffici giudiziari di Tempio dalla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura. La commissione era presieduta da Sebastiano Ardita e composta da Antonio D'Amato, Filippo Donati e Concetta Grillo. «Abbiamo trovato un ambiente giudiziario in condizioni disastrose dal punto di vista strutturale, ambientale e delle risorse», hanno detto i consiglieri del Csm dopo la visita al Tribunale. E per spiegare meglio il loro giudizio negativo hanno portato anche alcuni esempi: «Ricevute di ritorno delle notifiche conservate in scatole per scarpe, sistemi informatici poco implementati o assenti, aule fatiscenti in un palazzo di giustizia collocato in una vecchia scuola». La situazione del tribunale è da tempo allarmante. Basta scorrere le rassegne stampa per trovare interventi a ripetizione del presidente, senza dimenticare l’astensione dalle udienze degli avvocati: un atto forte di protesta, che dura da quattro mesi e che vuole segnalare le gravi difficiltà della giustizia tempiese. Al centro c’è un tribunale dove, «all'indomani di gravi scandali che hanno portato all'allontanamento di alcuni giudici, sono stati inviati giovani magistrati impegnati ad affrontare cause delicate avendo fino a duemila pendenze sul ruolo», hanno detto ancora i membri della commissione del Csm. Si tratta di «colleghi chiamati ad operare in una situazione disastrosa impegnati in procedimenti anche datati, che corrono sul filo della prescrizione. Tra i nuovi arrivati c'è chi ha scritto fino al 90% delle sentenze per prescrizione», ha spiegato a nome della Commissione il presidente Sebastiano Ardita, parlando di «carichi insostenibili che incidono sulla sana e corretta gestione dei ruoli».

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