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Olbia città dei tesori nascosti: l'archeologo D’Oriano cede il testimone

Dario Budroni
Olbia città dei tesori nascosti: l'archeologo D’Oriano cede il testimone

L’esperto della Soprintendenza in pensione dopo decenni di scavi e ricerche. Grazie al suo lavoro la storia antica di Olbia ha conquistato la ribalta nazionale

26 gennaio 2020
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OLBIA. L’archeologo se ne va in pensione. Lo ha voluto annunciare lui stesso, visibilmente commosso, davanti a una platea che alla fine lo ha omaggiato con un lungo applauso. Tra qualche giorno Rubens D’Oriano non sarà più un funzionario della Soprintendenza. Dopo decenni di ricerche e di importanti scavi che hanno fatto luce sulla storia antica del territorio, e di Olbia in particolare, per l’archeologo di origine maddalenina è arrivato il momento di passare il testimone. A sostituirlo è il collega Francesco Carrera, arrivato in città già da due anni. Con la pensione di D’Oriano, punto di riferimento della Soprintendenza locale, si chiude un capitolo importante per la città. Grande studioso e stimato intellettuale, è anche grazie a lui se la storia olbiese ha saputo conquistare la ribalta che merita.

L’annuncio. Rubens D’Oriano ha preso la parola in aeroporto, durante la presentazione dei numerosi eventi (tra cui una mostra sull’Olbia greca) che interesseranno lo scalo durante il periodo di chiusura. «Tra una settimana esatta io non sarò più un funzionario dello Stato – ha detto -. Continuerò la mia attività di ricerca scientifica e di divulgazione ma da privato cittadino. Quindi colgo l’occasione per ringraziare questa città che mi ha dato molto e alla quale credo di aver dato qualche cosa. E soprattutto ringrazio voi dei media, che mi avete sempre seguito con attenzione, solidarietà e correttezza. Spero che vogliate fare la stessa cosa con il collega Francesco, che mi sostituisce e che se lo merita esattamente quanto me».

L’archeologo. Nato alla Maddalena, Rubens D’Oriano è considerato uno dei massimi conoscitori della storia olbiese. Nei lunghi anni passati alla Soprintendenza si è occupato innanzitutto di numerosi scavi. Antiche porzioni della città cartaginese e romana spuntate fuori, nella maggior parte dei casi, durante i lavori pubblici. Con competenza D’Oriano ha saputo illustrare agli olbiesi il valore e l’importanza dei ritrovamenti. Ma soprattutto è stato l’autore di numerose pubblicazioni subito diventate fondamentali per la comunità scientifica. Tra gli scavi più importanti degli ultimi anni si ricordano quello di via Regina Elena, quando venne scoperta una parte della città cartaginese. Oppure il foro romano davanti al palazzo comunale, senza dimenticare lo scavo nell’area attorno a San Simplicio, dove nel 2011 furono scoperte circa 400 tombe di età romana in particolare, più la rampa di accesso al tempio di Cerere che sorgeva al posto dell’attuale basilica. Una vasta necropoli oggi in parte conservata dietro le mura e i vetri del museo sotterraneo gestito dall’Aspo. Inoltre, negli ultimi tempi, insieme al collega Francesco Carrera, Rubens D’Oriano ha lavorato per sostenere il Comune nell’intenzione di valorizzare e aprire al pubblico la domus romana che si trova sotto il palazzo dell’ex scolastico. Una domus che, come annunciato tempo fa dall’assessora comunale alla Cultura Sabrina Serra, sarà un giorno resa fruibile.

Il divulgatore. Rubens D’Oriano, abile oratore, è molto apprezzato anche come divulgatore scientifico. I suoi convegni sull’Olbia antica sono sempre molto seguiti anche dai profani della materia. Ultimamente, inoltre, l’archeologo ha concentrato parte dei suoi interventi per contrastare le teorie della cosiddetta «fantarcheologia», comprese quelle che si basano sulla credenza che alcuni siti megalitici, come le tombe dei giganti, emanino una non meglio precisata energia.

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