La Nuova Sardegna

Olbia

Culle vuote? Non a Olbia: sfiorata ancora quota mille

di Stefania Puorro
Culle vuote? Non a Olbia: sfiorata ancora quota mille

Solo 7 parti in meno rispetto al 2018 e più di 100 donne sono state trasferite. Attivato il “Percorso nascita” dopo la chiusura dei reparti di Tempio e La Maddalena

28 gennaio 2020
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OLBIA. Culle sempre più vuote, in Sardegna: l’ultimo report della Cna ha parlato di un calo delle nascite pari al 24% se si torna indietro al 2012, contro il -17,7% del resto d’Italia e il -14,5 dell’intero Mezzogiorno. Flessione netta, dunque, ma non a Olbia. La città gallurese, che in questi anni ha sempre registrato nuovi record, continua a tenere. Se nel 2018, infatti, i nati sono stati 943, nel 2019 si è arrivati a 936 (sette in meno): di questi, 56 sono residenti alla Maddalena e 125 nel territorio di Tempio. Il punto nascite di Olbia, insomma, si conferma il quarto dell’isola, dopo i due di Cagliari e quello di Sassari. Ma il numero dei nati, al Giovanni Paolo II, sarebbe stato notevolmente superiore se almeno un centinaio di donne che rischiavano di partorire prima della trentaquattresima settimana, non fossero state trasferite verso il Centro di secondo livello dell’Università di Sassari. E questo accade perché, nonostante ci siano numeri e carte in regola, non c’è ancora la Neonatologia.

Percorso nascita. Intanto, nella Assl di Olbia, da quando è stata sospesa l’attività dei punti nascita a Tempio e La Maddalena (e nell’attesa delle decisioni che verranno prese a livello regionale e ministeriale) è stato istituito il “Percorso Nascita”. Lo scopo è quello di garantire continuità assistenziale, umanizzazione e sicurezza durante tutte le fasi della gravidanza, sia prima che dopo il parto. Un servizio che viene garantito da un team multidisciplinare di professionisti che accompagna le donne lungo tutto il percorso di conoscenza e scoperta della maternità: dai primi controlli, alla preparazione al parto, fino alla nascita e al primo anno di vita del bambino.

Olbia. Il “Percorso nascita” a Olbia, prevede che la donna in attesa venga presa in carico dall’ostetrica e dal ginecologo del consultorio familiare quando presenta un profilo a “basso rischio”, mentre se ne occupano gli specialisti dell’ospedale Giovanni Paolo II se il rischio è “medio alto”. Sia al consultorio che nell’ambulatorio ospedaliero, la donna viene seguita in tutto il suo percorso, sino alla 36esima settimana: poi la sua cartella clinica viene inviata all’ambulatorio di “Gravidanza a Termine” dell’ospedale di Olbia così da programmare insieme l’eventuale monitoraggio clinico e strumentale, sino al parto. Le donne con pregresso taglio cesareo, invece, verranno inviate “all’Ambulatorio della Gravidanza a Rischio” dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, sin dalla 34esima settimana. Durante tutta la degenza in ospedale, l’infermiera pediatrica si occupa di educare la mamma per l’allattamento e le cure igieniche del neonato, compresa la medicazione del cordone ombelicale, proponendo la pratica del “rooming in”. Al momento della dimissione, con l’unità operativa di Pediatria-Nido, vengono programmati una serie di controlli di prevenzione. Al consultorio familiare, infine, è possibile effettuare i bilanci di crescita, accedere allo sportello allattamento, e ricevere supporto di personale specializzato.

La Maddalena e Tempio. La Assl di Olbia assicura un presidio di sorveglianza ostetrica al Paolo Merlo e un presidio ostetrico-ginecologico al Paolo Dettori sia per garantire il monitoraggio della donna in stato di gravidanza che per il trasferimento in sicurezza di coloro che devono essere ricoverate. In presenza di una gravidanza a basso rischio, la donna può scegliere di farsi seguire dall’ostetrica e dal ginecologo del consultorio o dal “presidio di sorveglianza” sino alla 36esima settimana. Poi sarà l’ospedale a occuparsi di lei.

Indagine di mercato. Per andare incontro alle esigenze delle donne maddalenine che devono cercare una sistemazione a Olbia prima del parto, la Assl ha avviato ancora una volta un’indagine di mercato per trovare hotel o B&B che possano offrire tariffe agevolate. Da considerare che le partorienti maddalenine possono contare su un contributo regionale di 1500 euro (legato alle condizioni di insularità e alle difficoltà dei trasporti via mare). Nel 2018 (il finanziamento è stato istituito a metà anno) il Distretto di Olbia ha liquidato 32 pratiche (4 dinieghi), mentre nel 2019 (alla data del 4 dicembre), il contributo è stato dato a 47 partorienti. Solo tre i dinieghi, ma si trattava di donne che non avevano i requisiti richiesti.



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