La Nuova Sardegna

Olbia

Air Italy, in arrivo il licenziamento per i 1.450 dipendenti

Air Italy, in arrivo il licenziamento per i 1.450 dipendenti

Lo hanno annunciato i commissari liquidatori ai dirigenti. Presto le lettere

14 febbraio 2020
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CAGLIARI. Licenziamento collettivo per tutti i 1.450 dipendenti Air Italy: lo hanno annunciato questa mattina i commissari liquidatori della compagnia ai dirigerenti riuniti in conference call a Olbia e Malpensa. Nelle prossime settimane si liquida tutto e già dai prossimi giorni partiranno le lettere di licenziamento.

«I liquidatori hanno illustrato ai dipendenti la possibile evoluzione della procedura di liquidazione, confermando l'intenzione di adottare tutte le misure possibili di sostegno al reddito, compatibili a norma di legge con la procedura di liquidazione stessa».

È quanto si legge nella nota ufficiale di Air Italy dopo la call conference. «Verranno prese in considerazione tutte le possibilità di cessione di rami d'azienda - si precisa - che comprendano il possibile mantenimento di tutti o di parte dei posti di lavoro».

«Ancora non è arrivata alcuna lettera di licenziamento. Ma arriverà non appena i liquidatori definiranno il percorso con i dirigenti aziendali. Non c'è alcuna intenzione della proprietà di fare alcunché: occorre evitare che partano le prime lettere», dice all'ANSA il segretario della Filt Cgil regionale Arnaldo Boeddu, «Stiamo lavorando con il ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico per provare a cambiare la procedura ed evitare la liquidazione. Aspettiamo la convocazione dei due ministeri con cui andremo a parlare. Nel frattempo - incalza Boeddu - non bisogna arrendersi e fermarsi: vanno continuati presidi e assemblee, fino a quando non avremo risposte in questo senso».

Il leader della Filt ribadisce che «l'intera categoria e la stessa confederazione a tutti i livelli stanno chiedendo il blocco della procedura di liquidazione in bonis e la contestuale operatività della compagnia. Gli aerei e il personale di Air Italy, tutti devono tornare a poter svolgere il proprio lavoro e lasciare il tempo necessario alle parti in causa, dal governo nazionale alle istituzioni regionali alle organizzazioni sindacali, di evitare un vero e proprio dramma sotto l'aspetto occupazionale, sociale ed economico per tutto il Paese». (ANSA)

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