La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, l’ultimo saluto ad Andrea con il rombo delle moto

Olbia, l’ultimo saluto ad Andrea con il rombo delle moto

Grande folla ai funerali del giovane morto nell’incidente di viale Aldo Moro. L’avvocato di Marrone: «Responsabilità e dinamica: è tutto da verificare»

28 febbraio 2020
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OLBIA. Il rombo delle moto è un urlo di dolore. È l’ultimo rumoroso saluto ad Andrea Bellu, 38 anni, morto lunedì nella tragedia stradale di viale Aldo Moro. Davanti alla basilica di San Simplicio, dove ieri si sono svolti i funerali, c’erano anche i tanti amici del giovane scomparso, tutti in sella alle due ruote. Perché quella era la sua grande passione. Lì in mezzo c’era anche la moto di Andrea, verso la quale la sua fidanzata si è messa a correre per afferrarla e per accelerare. La commozione, in quel momento, è stata fortissima. Così come è stata forte nel momento in cui sono stati lasciati andare i palloncini.

Alla messa, celebrata da don Giovanni Debidda, ha partecipato una grande folla, tra cui anche l’avvocato della famiglia Giampaolo Murrighile, ed erano presenti diversi amministratori, con in testa il sindaco Nizzi, per essere vicini in questo momento così duro e devastante anche al padre di Andrea, che è un dipendente comunale.

Le indagini, intanto, vanno avanti. La Procura, che ha già in mano tutti gli elementi forniti dalla polizia locale, ha deciso di nominare anche un super perito e sarà lui a dover chiarire esattamente la dinamica dell’incidente. Gli indagati per omicidio stradale sono due: il conducente della moto, Maurizio Marrone, 52 anni, sulla quale Andrea Bellu viaggiava come passeggero al momento dello schianto, e il quarantunenne che si trovava al volante dell’auto coinvolta, Marco Brattoli (assistito dall’avvocato Antonello Desini).

Ma oggi interviene anche il legale di Maurizio Marrone, Michele Ponsano. «Avrei certamente voluto evitare di intervenire in questo momento di profondo dolore per la tragica sorte che ha colpito Andrea Bellu e i suoi cari. Sarebbe stato più opportuno, in questa fase iniziale, privilegiare il totale rispetto di questa sofferenza. Tuttavia - ha detto l’avvocato Ponsano - l'aver letto che si è dibattuto di responsabilità dell’incidente e di guida sotto l'effetto di sostanza stupefacente mi costringe a chiarire la posizione del mio assistito, Maurizio Marrone, che è ancora sotto choc per il drammatico epilogo che ha avuto l'incidente. Faccio doverosamente presente che, da accertamenti clinici rilasciati dall'ospedale e già forniti agli inquirenti, si desumono elementi in totale contrasto con l'affermazione che vede Marrone, al momento dello scontro, condurre il proprio motociclo sotto l'effetto di droga. Questo argomento verrà debitamente dibattuto nelle sedi processuali preposte. Per quel che riguarda le responsabilità, non si intende certamente entrare nel merito della questione, ma ci si limita unicamente ad affermare che la dinamica stessa è ancora tutta da verificare attraverso l'ausilio degli esperti incaricati a tal fine, come è giusto che sia». (s.p.)

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