La Nuova Sardegna

Olbia

«Dieci giorni e una notte per far tornare mia figlia»

«Dieci giorni e una notte per far tornare mia figlia»

La denuncia di Angelo Carta: Cristina e altri ragazzi devono lasciare l’Irlanda Niente assistenza dalla Farnesina e un solo volo per l’isola alle 9 del mattino

19 marzo 2020
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OLBIA. Dieci giorni. Più una notte a Fiumicino in albergo se si hanno i soldi e si è fortunati, in aeroporto negli altri casi. Nell’era del coronavirus è il tempo necessario a Cristina Carta e ad altre ragazze sarde per tornare in Sardegna dall’Irlanda, dove studiano e dove, quando è scattato l’allarme epidemia, di fatto sono state sfrattate. Un ritorno a ostacoli, dove l’ultimo supplizio è la decisione di mantenere un solo collegamento aereo Roma-Cagliari alle 9 del mattino. Lo spiega Angelo Carta, una lunga esperienza nel settore trasporti, padre di Cristina, campionessa olbiese di padel al quarto anno di liceo, che dalla scorsa estate studia a Tuam, a oltre 200 chilometri da Dublino. Barricato in casa, da giorni è al telefono come centinaia di genitori italiani nel tentativo di far rientrare in Italia la ragazza. «Venerdì scorso – racconta – anche l’Irlanda ha deciso di chiudere le scuole. L’Ef, l’organizzazione che promuove i corsi all’estero, ha chiesto alle ragazze se volevano rientrare in Italia. Ma più che un’opzione è diventato un obbligo: le famiglie ospitanti hanno detto alle ragazze di sgomberare».

Facile da dire, quasi una mission impossible in tempi di aerei a terra, collegamenti sospesi o cancellati per paura dell’epidemia. Anche perché cercare aiuto al ministero degli Esteri, in questi giorni, è tempo perso. «Cristina – prosegue Angelo Carta – ha trovato posto solo per il 24 marzo su un volo Lufthansa Dublino-Francoforte-Roma, la sua amica di Terralba arriverà invece a Roma via Parigi con Air France. Il problema è che una volta a Fiumicino non troveranno aerei per la Sardegna fino all’indomani: l’unico collegamento giornaliero infatti è alle 9 del mattino. Le ragazze dovranno passare la notte lì. Oltre ai biglietti, ci saranno altre spese: cento euro per l’unico hotel aperto nella zona, più 40 euro di taxi. Non mi lamento per me, penso però che ci sono persone che non possono permettersi la spesa e dovranno trascorrere la notte buttate da qualche parte in aeroporto, dove peraltro non avranno assistenza. Dico questo perché la Regione deve mettersi il problema: è necessario un volo serale per la Sardegna, aiuterebbe tutti coloro che devono rientrare senza costringerli alla notte supplementare a Fiumicino. Che senso ha un volo alle 9 del mattino?». L’ultima osservazione è rivolta alla Farnesina. «Non voglio fare polemica, non è il momento – conclude Angelo Carta – ma se hanno mandato un aereo a prendere un solo italiano in Cina, credo che con tutti i mezzi di Alitalia fermi si potessero organizzare voli charter per riportare in Italia i ragazzi italiani che studiano all’estero. Solo mia figlia ne conosce una trentina. In Irlanda mi risulta che siano centinaia. Nessuno vuole niente gratis, se c’è da pagare si paga. Anche perché in Irlanda hanno chiuso le scuole ma è aperto il resto, pub ecc., ed è chiaro che cosa può significare per la diffusione del virus. I nostri ragazzi non possono aspettare e noi genitori non siamo tranquilli». (a.se.)

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