La Nuova Sardegna

Olbia

Cassa integrazione: oltre 5mila richieste

Cassa integrazione: oltre 5mila richieste

Di Lorenzo (Cgil): «Dal turismo all’industria agli artigiani: coinvolte 767 aziende, situazione gravissima»

06 aprile 2020
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OLBIA. «La situazione è gravissima» dice Luisa De Lorenzo, segretario generale della Cgil Gallura, mentre scorre i numeri, che di fatto bisogna aggiornare di ora in ora: già 767 aziende, per oltre 5000 lavoratori – spiega – hanno finora richiesto la cassa integrazione, o di altre forme di sostegno al reddito, a seguito dei danni causati dal coronavirus, e altri 200 lavoratori stagionali hanno invece fatto richiesta dell’indennità per essere rimasti senza occupazione. Un conto pesantissimo al quale bisogna aggiungere i lavoratori coinvolti in accordi nazionali (Auchan ecc.). Numeri da incubo che emergono dalle richieste di esame congiunto presentate dalle aziende del territorio alla Cgil, che ne fa la radiografia settore per settore.

Turismo. Insieme a commercio e servizi è il settore che sta pagando il prezzo più elevato al blocco reso obbligatorio dalla pandemia: «Le domande di Fondo di integrazione salariale (Fis), lo strumento a disposizione per le aziende con più di 5 dipendenti esaminate dalla Filcams Cgil della Gallura sono state 243 per un totale di 2257 lavoratori, quasi il 68% delle richieste totali». Nel conto ci sono ci sono le principali società che operano nel settore. E molte di queste aziende – chiarisce Danilo Deiana, segretario generale della organizzazione di categoria – non anticiperanno per conto dell’Inps l’integrazione salariale pari all’80% dello stipendio. I lavoratori dovranno dunque aspettare che l’Inps paghi loro l’indennità o che entri a regime nel minor tempo possibile la convenzione per l’anticipo, da parte delle banche, della cassa integrazione ai lavoratori sospesi a causa dell’emergenza coronavirus».

Industria. Va malissimo anche qui: nei settori del sughero e della edilizia la Fillea Cgil gallurese ha ricevuto richieste di esame congiunto per la cassa integrazione ordinaria da 247 aziende, per un totale di 1038 lavoratori. Si aggiungono, nel settore tessile, chimico e dell’energia, le 5 richieste arrivate alla Filctem Cgil: cassa integrazione ordinaria per altri 112 lavoratori.

Trasporti.�Non c’è solo la crisi Air Italy: le richieste da aziende del settore trasporti ricevute dalla Filt Cgil sono 21 e riguardano 559 lavoratori. Ai quali, appunto, vanno aggiunti i dipendenti della ex Meridiana che andranno in cassa integrazione per la messa in liquidazione della compagnia aerea. Al conto vanno aggiunti anche i 31 lavoratori della società Usp rimasti senza lavoro per la crisi del gruppo Onorato, armatore di Moby e Tirrenia.

Artigiani. �Moltissime – spiega la Cgil – le domande di sostegno al reddito presentate dagli artigiani: meccanici, estetiste, panettieri, operai dei cantieri nautici ecc. Le imprese interessate sono 230, i lavoratori 600: «Il sostegno al reddito, in questo caso, arriva dal Fondo bilaterale degli artigiani».

Accordi nazionali. Nell’analisi della crisi del lavoro in Gallura fatta dalla Cgil entrano ovviamente anche i lavoratori che andranno in cassa integrazione per crisi aziendali non direttamente legate alla pandemia. Come i 145 dipendenti di Margherita distribuzione, l’ex Auchan di Olbia, e quelli di Douglas, Risparmio casa.

Cooperative sociali. Stanno ricorrendo alla cassa integrazione anche una ventina di coop sociali: 250 i senza lavoro.

Che fare di fronte all’enormità di questi numeri? «La nostra priorità, in questa prima fase – spiega Luisa Di Lorenzo, insieme a Danilo Deiana e Marino Bussu, della segreteria della Cgil Gallura – è riuscire a dare una protezione non escludendo nessuno, attraverso l’accesso al fondo di integrazione salariale, alla cassa integrazione ordinaria, alla cassa integrazione in deroga, alle indennità previste dalla�normativa, e a far rispettare in tutti i luoghi di lavoro l’applicazione del protocollo sulla sicurezza per la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguentemente di tutta la cittadinanza». Ma si guarda già al dopo: «In base alle proiezioni – conclude Luisa Di Lorenzo – faremo fatica a tornare ai livelli pre-coronavirus. La Gallura, però, è un territorio dinamico e innovativo: saprà ripartire con forza e determinazione».

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