La Nuova Sardegna

Olbia

Il caso Padru: «Muovendoci subito abbiamo tenuto fuori il coronavirus»

di Giandomenico Mele
Il caso Padru: «Muovendoci subito abbiamo tenuto fuori il coronavirus»

Un solo caso di positività subito risolto alla Rsa Casillo: i pazienti stanno bene ma è una lotta quotidiana

11 aprile 2020
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PADRU. Più di un mese fa il primo caso di paziente positivo al Covid-19 nella residenza sanitaria assistita per anziani di Padru. Poi un modello di contenimento del contagio che ha fatto della Rsa Smeralda un esempio. Per ora i risultati sono confortanti. Sui tamponi effettuati a operatori sanitari e pazienti della struttura, ne sono stati processati il 75% e per tutti l’esito è stato negativo. «Ma è una guerra giornaliera, il pericolo c’è sempre, l’attenzione resta altissima – spiega l’amministratore Giuseppe Casillo – .Siamo consapevoli che il lavoro va nella direzione giusta, ma non abbiamo una ricetta magica. Il paziente è risultato negativizzato dopo l’iniziale positività. Ci era stato inviato dalla Assl dopo che aveva girato alcuni reparti di Rianimazione dell’isola, noi abbiamo proceduto all’immediato isolamento per 15 giorni nonostante non ne conoscessimo la sua positività. Abbiamo trattato da subito quel paziente come se fosse un caso di Covid-19».

Zero contagi. Davanti al dilagare dell’epidemia nei luoghi di cura, di fronte alla falla nel sistema di sicurezza di Rsa e case di riposo sparse in Sardegna, la Rsa di Padru è finora riuscita ad arginare il contagio. «Abbiamo applicato le prime procedure restrittive dalla fine di febbraio, non appena abbiamo avuto notizie del paziente 0 di Codogno – spiega Casillo –. Accesso ridotto per i parenti dei pazienti, disinfettarsi le mani all’ingresso, sanificazione delle strutture, da quella di Padru alla comunità per anziani di via Malpighi a Olbia. Abbiamo iniziato da subito a rilevare anche giornalmente la temperatura corporea degli operatori sanitari, che firmavano un’autocertificazione. Non appena fosse stato rilevato un aumento della temperatura sarebbero dovuti rimanere a casa». Poi l’inizio di marzo e le misure più stringenti. «Abbiamo inibito l’accesso a tutti i parenti dei pazienti, il Centro medico di via Malpighi è stato chiuso. Il caso di positività nella Rsa ha imposto lo screening per tutti – conferma l’amministratore della Rsa e della società Villa San Giuseppe, che gestisce case per anziani a Olbia, Anela e Pattada –. Il paziente arrivava da un reparto ospedaliero, l’isolamento immediato ha fatto la differenza. Al momento possiamo dire che nella nostra struttura non ci sono pazienti positivi».

Videochiamate. Un aspetto non secondario della vita di pazienti anziani è la mancanza del rapporto diretto con i parenti. Figli, nipoti che non possono vedere i propri cari. Almeno da vicino. Perché la struttura sanitaria si è organizzata con le videochiamate. «Le persone hanno la possibilità di vedersi, anche se a distanza – sottolinea Casillo –. Abbiamo chiesto un sacrificio ai parenti dei pazienti, è difficile rinunciare a vedere i propri cari. Cerchiamo di tenerli aggiornati con chiamate quotidiane, nelle quali parlano con gli operatori sanitari, i medici e gli psicologi».

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