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Olbia

Tempio, la denuncia di una mamma: «Non ricevo né un bonus né l'altro: non ho più soldi per andare avanti»

Tempio, la denuncia di una mamma: «Non ricevo né un bonus né l'altro: non ho più soldi per andare avanti»

La donna, lavoratrice stagionale, non sa come arrivare al 4 maggio

26 aprile 2020
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TEMPIO. Si possono fare tutti i discorsi di questo mondo, teorizzare sulle cose fatte e su quelle da fare, ma quando ci si ritrova chiusi in casa, senza soldi e con dei figli da sfamare, come si usa dire, "le chiacchiere stanno a zero". E di promesse e ipotesi future Annagrazia Taras, una donna di Tempio madre di due ragazze, non ne vuole più sentire: «Io ho un problema urgente: come arrivare al 4 maggio».

Quaranta anni, da tempo lavoratrice stagionale in alberghi e residence della costa orientale, Annagrazia si trova alle prese con una difficoltà impellente: riuscire a trovare le risorse per sopravvivere sino a quando gli alberghi della zona non riapriranno. Ha ricevuto l'ultima indennità Naspi il 23 febbraio, poi è finita in una specie di limbo: «Ho presentato la domanda per accedere ai 600 euro dell'Inps. Al momento non è avuto risposte e la mia domanda figura come "sospesa". Al patronato mi hanno preannunciato che probabilmente la mia domanda non verrà accolta, anche se non capisco perché. Ma io non sono molto esperta di queste cose, quindi può essere. Allora ho presentato la domanda al Comune per cercare di avere gli 800 euro».

Ed è qui che si sono aperte le porte del limbo burocratico per la signora di Tempio: «Al Comune mi hanno anticipato che quei soldi non li avrò sino a quando non ci sarà la certezza che non riceverò i 600 euro dell'Inps. Solo quando quella pratica si chiuderà con esito negativo, allora potrò avere accesso al bonus del Comune. E sino ad allora cosa farò?».

La speranza è che dall'inizio di marzo le attività legate al turismo possano riaprire, ma si tratta, appunto, di auspici. «Nella mia richiesta al Comune - dice ancora Annagrazia Taras - ho dichiarato di non aver ricevuto i 600 euro. Ma quando chiedo cosa posso fare per tirare avanti, non possono sentirmi dire che c'è la Caritas. Con tutto il rispetto per il lavoro che fa la Caritas o per chi si rivolge a loro, io non mi sento di farlo. Ho rabbia e delusione, chiedo solo di lavorare, ma penso anche che dovrebbero essere aiutate le persone che ne hanno realmente bisogno. Invece mi dicono che chi ha già il reddito di cittadinanza può ricevere un'integrazione. Non mi sembra giusto».

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