La Nuova Sardegna

Olbia

Il Covid-19 dà lo stop anche a 21 aziende del granito gallurese

di Sebastiano Depperu
Il Covid-19 dà lo stop anche a 21 aziende del granito gallurese

Da Olbia a Buddusò, da Tempio ad Arzachena: è crisi Ben Bouzid (Cgil): «Tutto il settore costruzioni in difficoltà»

27 aprile 2020
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BUDDUSÒ . Nessun settore economico è immune da crisi in un periodo storico difficile di chiusure forzate a causa delle restrizioni dovute al contrasto dell'epidemia da Covid-19. Neanche il settore lapideo che in Gallura, ai tempi d'oro, trascinava l'economia di interi paesi galluresi e del Monte Acuto come Buddusò, Luras, Calangianus, Luogosanto, Tempio e tanti altri. Già da diversi anni la crisi è diventata inesorabile. Ora “sotto covid” è arrivata la richiesta di cassa integrazione per 83 lavoratori distribuiti in 21 aziende della Gallura. Nove di esse si trovano nel territorio comunale di Olbia, tre in quello di Tempio e Arzachena, due a Buddusò. Un’azienda per ciascun Comune, invece, ha chiesto di poter accedere all’intervento sociale a Loiri Porto San Paolo, Palau, Telti e Trinità d’Agultu e Vignola. I dati sono stati forniti da Hassan Ben Bouzid, segretario generale della Fillea Cgil Gallura, che ha sottolineato il periodo difficile per tutti i comparti del settore delle costruzioni in Gallura (ma non solo). «È, purtroppo, un momento molto faticoso per le aziende e per i lavoratori galluresi – spiega il sindacalista – i quattro settori soffrono, dall'edilizia al lapideo, dal legno/arredamenti ai manufatti in cemento. In totale i dipendenti in cassa integrazione in Gallura, nei quattro settori, sono 1454 per un totale di 314 aziende interessate».

Il quadro è desolante per un intero comparto e il settore del lapideo è solo una parte. Cave e segherie di granito arrancano o fanno quello che possono per sopravvivere utilizzando tutti i mezzi a loro disposizione. Si sa, però, che alcune aziende hanno potuto lavorare grazie all’autorizzazione del prefetto, qualcuna ha ricevuto degli ordinativi e non vede l’ora di ripartire. Si dovrebbe partire il 4 maggio con la fase 2. Intanto, il sindaco di Buddusò Giovanni Antonio Satta ha delle proposte da fare alla Regione. «Come sindaco e, soprattutto, come vice presidente del consiglio regionale sardo – afferma – chiederò che nella programmazione e negli interventi della giunta regionale, che a breve transiteranno in Consiglio per l'approvazione definitiva, siano previsti interventi mirati a sostegno del settore dei lapidei che dovranno essere sostenuti e valorizzati per poter fare da volano nella fase di ripartenza dell'attività produttiva nazionale. Così come il nuovo piano casa, in fase di approvazione, dovrà prevedere nella sua attuazione l'utilizzo della materia prima locale: sia il granito che il marmo sardo per le loro caratteristiche sono unici al mondo e potrebbero rappresentare la nostra identità nella riconversione edilizia dei nostri territori».

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