La Nuova Sardegna

Olbia

Il papà entra in sala parto e subito nasce il figlio

Il papà entra in sala parto e subito nasce il figlio

Cade il divieto anti-coronavirus e l’ospedale di Olbia si fa trovare pronto Anche nei momenti più difficili qualcuno ha potuto assistere. Aumentati i cesarei

03 maggio 2020
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OLBIA. Che cosa può fare un marito in sala parto? Una magia, a volte. Il sostegno morale alla compagna in quello straordinario e bellissimo momento delle loro vite può anche rivelarsi decisivo. Come è successo qualche giorno fa all’ospedale di Olbia, dove una donna non riusciva ad andare avanti con il parto. Per dirla con il gergo medico, il processo espulsivo si era bloccato. Fino a quando è entrato in sala il compagno della donna ed è stato come un incantesimo: in pochi istanti il bimbo è venuto alla luce. Nel reparto di ostetricia e ginecologia del Giovanni Paolo II ne sono orgogliosi. Appena l’Ats ha fatto cadere il veto all’ingresso dei papà in sala parto, imposto allo scoppio dell’emergenza Covid-19, si sono fatti trovare pronti. Del resto, anche in queste settimane difficili, garantite tutte le procedure di sicurezza ci sono stati casi in cui il papà ha chiesto e ottenuto di poter assistere alla nascita del figlio. «Il divieto di ingresso ai parenti di Ats – spiegano in ospedale – diceva "salvo casi eccezionali". E cosa c'è di più eccezionale della nascita di tuo figlio?».

Lo scoppio dell’emergenza coronavirus ha provocato più di un problema all’ospedale di Olbia, dove alcuni reparti nei quali si è diffuso il contagio sono stati inizialmente chiusi. Da allora, l’Assl ha allestito nuovi percorsi che, in ostetricia e ginecologia, prevedono la possibilità di far accedere i papà nella sala parto adottando – ovviamente – tutte le precauzioni necessarie a garanzia della sicurezza dei futuri genitori, dei neonati e degli operatori del punto nascita. «Da mercoledì 29 aprile – precisa una nota dell’Assl – la presenza del partner in sala parto è prevista per i futuri papà asintomatici, muniti di dispositivi di protezione individuale, in caso di partorienti Covid negative e asintomatiche e in assenza di ulteriori fattori di rischio e con triage negativo». A tutte le donne viene effettuato il tampone per verificarne la eventuale positività, operazione che «comprime il rischio di diffusione del virus, rendendo la sala parto più sicura, e consentendo l'ingresso dei partner in sala». Il partner, a sua volta, deve sottoporsi a uno screening apposito prima di poter accedere all’ospedale, sempre con i dispositivi di protezione individuale.

Per l’Assl, che ha condiviso i percorsi proposti dal reparto e dalla direzione medica «è un passo importante verso la normalità per dare la possibilità alle famiglie di riappropriarsi del magico momento della nascita».

L’emergenza, comunque, non è stata ininfluente: da un lato lo stress degli operatori, dall’altro la solitudine delle partorienti prima e durante il parto hanno fatto aumentare il numero dei tagli cesarei. (a.se.)

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