La Nuova Sardegna

Olbia

L’autoscuola morde il freno: «Fateci ripartire»

di Paolo Ardovino
L’autoscuola morde il freno: «Fateci ripartire»

Oggianu (Unasca provinciale): non siamo statali ma privati, non possono farci riaprire a settembre

05 maggio 2020
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OLBIA. «Non ci sentiamo tutelati». «Ci dicano come ripartire». E ancora: «Che senso ha svolgere la didattica senza la garanzia degli esami?». Dubbi e dilemmi che ruotano attorno al mondo delle autoscuole. Se fase 2 e riaperture di aziende e attività rivolte al pubblico si stanno via via regolamentando, istruttori e futuri patentati rimangono nel limbo. C’è chi si è organizzato con lezioni a distanza, sulle piattaforme online, ma al momento non è chiaro come e quando si potranno sostenere gli esami teorici e pratici. Le guide rimangono sospese, e tra le ipotesi c'è la ripresa con pannelli di plexiglass tra conducente e istruttore.

Interrogativi. Si tratta della punta dell’iceberg, incalza Tiziana Oggianu de “La nuova autoscuola” che in città conta due sedi, in via Barcellona e in viale Aldo Moro: «Siamo una delle categorie più penalizzate, non veniamo menzionati tra le riaperture del 18 maggio né del 1° giugno». Nella classificazione Ateco delle imprese, le autoscuole rientrano nel codice 85, legato ai vari tipi e livelli di istruzione: «Se ci dovessero unire alla situazione delle scuole, significa che dovremmo riaprire a settembre. Ma non siamo statali, siamo privati: molte sedi sono a conduzione famigliare. In tutta Italia ci sono 7mila autoscuole e 30mila dipendenti in questo momento incerti sul futuro». Le indicazioni del Ministero per la fase 2 sono di poter aprire ma unicamente per i rinnovi delle patenti scadute prima del 31 gennaio, uno spiraglio sin troppo esiguo. La situazione attuale? «Noi in via telematica stiamo proponendo ai nostri allievi già iscritti delle lezioni, ma svolgerle senza un fine non ha senso. Li prepariamo per un ipotetico esame, ma quando sarà? E non abbiamo disposizioni sulle precauzioni da utilizzare nel momento della guida. Tra gli allievi si avverte la paura di non riuscire a patentarsi, tra i più giovani c’è chi a settembre andrà all’università e ha necessità di potersi spostare».

La proposta. Tiziana Oggianu conta un'esperienza ventennale nel settore e, inoltre, è la segretaria provinciale di Sassari dell’Unasca, l’associazione di categoria delle autoscuole: «Sedi di Olbia, Arzachena o La Maddalena – dice – fanno capo alla motorizzazione di Sassari. E questo creerà un disagio al momento degli esami, non so come faremo tutti a organizzarci per il trasporto degli allievi». Per questo, la scorsa settimana ha indetto una riunione telematica con rappresentanti politici e del settore regionali e nazionali: «Per evitare il sovraffollamento alla Motorizzazione, abbiamo proposto di poter sostenere gli esami nelle nostre sedi, informatizzando le aule. Non è un obbligo, sarebbe facoltativo per ogni autoscuola». Respinta l’idea di tornare ai test con fogli e matita: «Sarebbe un passo indietro verso il passato». Altra questione: «è stata prorogata la validità delle Cqc scadute (carte di qualificazione del conducente, ndc) ma solo in Italia. Un grande problema per i camionisti che viaggiano all’estero. E non bisogna andare per forza lontano: per noi estero è anche la vicina Corsica».

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